Volontariato
Ausili: istruzioni in rete
Le tecnologie ci sono, il problema è capire come si usano. Per questo lAusilioteca di Bologna coordina i centri italiani specializzati. Con un obiettivo: coinvolgere anche il Sud
Coordinare e mettere in rete i centri italiani di ausili informatici ed elettronici per disabili: è questo l?obiettivo del progetto ?CeNet?, approvato dalla Comunità Europea e affidato all?Ausilioteca di Bologna, una della realtà ?storiche? della diffusione della cultura sugli ausili e sulle nuove tecnologie nel nostro Paese. Per questo si è registrato il ?tutto esaurito? nelle prime date (22 gennaio e 19 febbraio) del seminario ?La conoscenza degli ausili – Introduzione agli ausili a elevata tecnologia per la comunicazione e il controllo dell?ambiente?. Si ?replica? il 2 aprile e il 21 maggio. Sono soprattutto insegnanti e operatori della riabilitazione ad avere fame di notizie e di professionalità. È la riprova che non basta avere a disposizione sul mercato un?offerta molto ampia di soluzioni tecnologiche. Quello che conta di più è ?come? utilizzarle, come renderle davvero utili alla singola persona, per aiutarla a vivere la propria esistenza in modo autonomo e positivo.
L?ingegner Claudio Bitelli, coordinatore dell?Ausilioteca nazionale di Bologna, punta molto su questo coordinamento fra i Centri, ma sottolinea con rammarico come queste realtà siano collocate tutte al Nord (la più ?meridionale? è ad Arezzo…). C?è dunque un?esigenza fortissima di riequilibrio territoriale: «Occorre almeno un Centro per Regione», spiega Bitelli, «altrimenti non si può essere punti di riferimento verso l?utente». La diffusione di Internet ha sicuramente aiutato a superare, almeno in parte, questo gap. Il sito dell?Ausilioteca è stato visitato oltre seimila volte nell?ultimo anno e mezzo. E nel sito non ci sono soltanto informazioni generiche sul servizio bolognese, ma un?autentica banca dati online sugli ausili tecnologici effettivamente esistenti sul mercato e sulla rete di distribuzione. È l?inizio di un nuovo approccio. «Chi ha fatto cultura sugli ausili in Italia», commenta Bitelli, «è stato nel bene e nel male il nomenclatore tariffario. I prodotti che sono entrati nella fascia del servizio sanitario pubblico hanno avuto diffusione e remunerazione. Per gli altri resta difficile: basti pensare che tutte le tecnologie per l?automazione della casa sono tuttora escluse dal nomenclatore».
E qui, probabilmente, sta il nodo dei prossimi anni: non c?è bisogno di nuove clamorose ?invenzioni?, quanto piuttosto di una diffusione abbordabile a tutti delle tecnologie esistenti già oggi. «Un telecomando a infrarossi per chi non può usare nemmeno la tastiera del computer», esemplifica Bitelli, «costa ancora più di un milione. E naturalmente bisogna aggiungere i costi di tutte le eventuali motorizzazioni elettriche dei meccanismi da azionare: dalle tapparelle alla porta e così via». Non serviranno miracoli nel futuro prossimo, ma adattamento nella progettazione, di case e oggetti ?normali? alle esigenze di tutti.
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