Sostenibilità

Aumenti, un binario morto per le Fs

Consumers'magazine, l'editoriale/ Aumento tariffe dei treni: si ripropone il binomio crisi-aumento dei prezzi che da sempre è stato sinonimo di risultati fallimentari

di Lorenzo Miozzi

di Lorenzo Miozzi
presidente nazionale Movimento Consumatori

Se sono vere le indiscrezioni delle ultime settimane relative all?aumento delle tariffe dei treni ad alta velocità, eurostar e interregionali, vuol dire che si sta riproponendo il binomio crisi-aumento dei prezzi che da sempre è stato sinonimo di risultati fallimentari. L?aumento delle tariffe dei biglietti ferroviari è previsto dal piano industriale 2007-2011 già approvato dal consiglio di amministrazione delle Ferrovie e ora all?esame del governo. Si parla di una maggiorazione del 10% a partire da ottobre. Tale aumento va ad aggiungersi a un altro equivalente di inizio 2007. Valutando le condizioni attuali del trasporto ferroviario, l?incremento non può essere accettato né dai viaggiatori né, a maggior ragione, dalle associazioni dei consumatori.

Le associazioni che da sempre hanno chiesto che gli aumenti si accompagnino e preferibilmente siano successivi ad un miglioramento del servizio. Allo stato attuale invece il servizio continua a viaggiare sugli standard discutibili dell?ultimo periodo. Per questo un aumento delle tariffe a fronte di una qualità del servizio sempre meno soddisfacente non è ammissibile.L?incremento delle tariffe dei treni sarebbe motivato dal piano in quanto si inserirebbe nello scenario delle liberalizzazioni dei servizi ferroviari (che vede anche l?introduzione di nuovi operatori privati che avrebbero meno vincoli sul piano tariffario).

L?aumento servirebbe allora per ottenere una posizione concorrenziale e ricollocare il settore dei trasporti su rotaia ai livelli degli altri Paesi europei (tariffe superiori in media del 20/30%). Ma non è così che l?Italia può raggiungere la media europea e si verificherebbe solo un?equiparazione delle tariffe quando il vero parametro di confronto deve essere un altro: la qualità e la conseguente soddisfazione del consumatore-viaggiatore. Soprattutto considerando che a usufruire delle tratte sulle quali si applicherebbe l?aumento sono i pendolari che le utilizzano quotidianamente per recarsi nel luogo di lavoro.Dichiarazioni come quelle delle settimane scorse da parte dell?onorevole Visco, che ritiene gli aumenti necessari soprattutto nell?ottica di un risanamento dell?azienda, porterebbero infatti i consumatori a dover pagare per gli errori delle scelte politiche del management.

Sono invece condivisibili le affermazioni del ministro Bianchi che giustamente ricorda che non possano essere realizzati gli aumenti senza l?approvazione del piano da parte del governo. Non solo è necessaria una delibera del Cipe, ma gli aumenti non possono essere decisi in maniera unilaterale. Soprattutto nel caso del coinvolgimento di un servizio così importante per la collettività è perentorio ascoltare le controparti: se vanno tenute in conto le ragioni dell?azienda ferroviaria e il suo riposizionamento concorrenziale nel mercato, allo stesso modo vanno ascoltate le ragioni di chi fruisce quel servizio. Gli aumenti al centro della discussione possono essere accettati solo a fronte di un equivalente aumento nella qualità del servizio: comfort, pulizia e puntualità.

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