Sostenibilità

«Aumenti selvaggi» «No, prezzi in discesa» La battaglia delle cifre

I costi

di Redazione

Per Istat e associazioni dei consumatori i premi continuano
a crescere. Per le assicurazioni no. Chi ha ragione? E soprattutto: come orientarsi nella selva di numeri per cercare di risparmiare?di Christian Benna
Aumentano, secondo le associazioni di consumatori, per alcune addirittura con incrementi a due cifre. Diminuiscono, secondo l’Ania che descrive un andamento al ribasso dei prezzi: del 3,6% nel 2008, del 2,7 nel 2007 e dello 0,8 nel 2006. Diverse le cifre fornite dall’Istat: l’incremento, lo scorso anno, c’è stato, ma solo del 2,3%. Manca solo la rilevazione del “salasso percepito”, sul modello delle temperature estive, per comporre il quadro della babele delle polizze.
A preoccupare gli italiani al volante, oltre la selva di cifre, ci sono le recenti dichiarazioni di Fabio Cerchiai, presidente dell’Ania, secondo cui i processi di liberalizzazione del settore e l’introduzione dell’indennizzo diretto hanno contribuito a una maggiore concorrenza di mercato ma anche a elevare i costi per le imprese. Sicché è prevedibile, per il futuro prossimo, un aumento delle tariffe. Insomma, la stangata è in arrivo. E molti operatori già annunciano a mezza bocca ritocchi all’insù.
Perché al di là dei panieri statistici presi in considerazione – l’Ania sconfessa gli indici che non considerano i bonus applicati, gli sconti, chi cambia compagnia assicurativa – il comparto Rc auto ha subito davvero una brusca frenata. Vendita di automobili in picchiata, flotte aziendali al palo, anche le assicurazioni tirano la cinghia. La raccolta premi 2008 è stata pari a 17,6 miliardi di euro, il 3,3% in meno rispetto all’anno precedente (-1% nel 2007). Per il secondo anno consecutivo, quindi, si è verificato un calo in valore assoluto del volume dei premi; non era mai successo negli anni successivi alla liberalizzazione avvenuta nel 1994. La frenata dei prezzi (un -3,6% contestato dai consumatori), non è stata accompagnata da una riduzione dei costi: nel 2008 su 100 euro di premi incassati le imprese ne hanno spesi 101. «L’aumento delle tariffe, tuttavia, non può essere la risposta al fatto che l’Rc auto nel 2008 è andata in rosso», ha detto il presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini. Tant’è che per fare chiarezza, e risparmiare qualche quattrino, occorre armarsi di ingegno e di pazienza, scartabellando i vari portali comparatori sul web. Uno di questi è Assicurazione.it, che arriva a preventivare oltre 7mila richieste ogni mese. Dice Andrea Polo, direttore Comunicazione della società: «Hanno ragione tutti e nessuno ha ragione. L’indice delle tariffe è un grosso mito da sfatare. Esistono troppe variabili per ogni polizza che impediscono davvero di identificare un trend. Tanto più che l’offerta è molto variegata. Al limite possiamo affermare che una determinata compagnia su un certo profilo assicurativo è particolarmente cara, mentre non lo è per un altro caso. Allora serve uno sforzo anche da parte del consumatore, e cioè cercare l’offerta più conveniente». Nel Regno Unito il 45% degli assicurati cambia polizza sull’auto. In Italia solo il 10%. «Questi movimenti hanno certamente un effetto calmiere perché incrementano la concorrenza», aggiunge Polo. La polizza low cost, distribuita online dalle compagnie di assicurazione diretta, oggi rappresenta il 7% del mondo assicurativo.


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