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Aumenti biglietti ferroroviari, la protesta di Federconsumatori

Aumento inaccettabile perché supera di oltre due volte il tasso programmato d’inflazione, e perché giunge nella fase delicata del passaggio all’EURO

di Redazione

Gli annunciati aumenti dei biglietti ferroviari del 4,15% da parte di Trenitalia, e autorizzati per decreto dal Governo, che dovrebbero scattare a partire dal 1 gennaio del 2002, trovano in completo disaccordo la Federconsumatori. Questo aumento è non solo inaccettabile perché supera di circa due volte e mezzo il tasso programmato d?inflazione per il prossimo anno (1,7%), ma giunge nella fase delicata del passaggio all?EURO. Federconsumatori ricorda che industria e distribuzione si sono impegnate, attraverso un Protocollo d?intesa, a mantenere stabili i prezzi durante il periodo di transizione dalla lira alla nuova moneta europea. Nessuno, neanche Trenitalia, può permettersi di fare il ?battitore libero? in questa situazione. Appare incomprensibile, inoltre, il riferimento al price cap come criterio adottato per l?aumento delle tariffe ferroviarie visto che questo indice serve a far aumentare i prezzi in misura inferiore al tasso d?inflazione programmato. In ogni caso, qualsiasi aumento, anche minimo, deve essere accompagnato da impegni sul versante della crescita della qualità in primo luogo dei treni regionali e per i pendolari.

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