Non profit

Aumenta la filantropia privata globale: Europa leader della crescita

Filantropia globale in aumento, secondo il rapporto di BNP Paribas Individual Philanthropy Index 2015, pubblicato da Forbes, che rivela come la filantropia proveniente dai privati sia aumentata del 9% in Europa nell’ultimo anno

di Ottavia Spaggiari

Progressi enormi nella filantropia internazionale, almeno secondo il rapporto di BNP Paribas Individual Philanthropy Index 2015, pubblicato da Forbes. I dati derivano da una ricerca portata avanti da Forbes, tra 400 individui, con almeno 5 milioni di patrimonio investibile, scelti in modo bilanciato tra Europa, Asia e Medioriente.

Europa e Asia, le aree in cui le donazioni sono cresciute di più, rispettivamente del 9% e del 7% dall’anno scorso, seguono gli Stati Uniti (2,5% in più), dove i grandi filantropi mantengono ancora il loro primato, e il Medioriente, con un lieve aumento dello 0,9% .

L’Europa però, secondo l’indice, guiderebbe per innovazione, avendo esplorato nuovi modelli e sviluppando nuove partnership per far fronte a bisogni emergenti e ad un’economia in lento recupero.

Come gli anni scorsi, il punteggio che stenta a crescere è quello della promozione, perché nonostante tutte le possibilità dell’era digitale e dei social media, i filantropi spesso preferiscono rimanere sotto traccia. Tra le ragioni, il fatto che molti filantropi si appoggiano ad altre organizzazioni per gestire le cause che supportano, mentre altri filantropi vogliono invece mantenere le organizzazioni di dimensioni limitate. La modestia sarebbe invece la ragione principale per non promuovere la propria attività filantropica in Medioriente. E se in Europa, Stati Uniti e Asia le leve più comuni che spingono alla donazione sono senso del dovere e desiderio altruistico (52%), nel Medioriente la motivazione principale è la fede religiosa.

Un terzo delle organizzazioni (35%) dichiarano difficoltà nella scelta dei progetti da sostenere, per via del fitto numero di tematiche esistenti, che necessitano aiuto. Per gli asiatici, trovare risorse attendibili per compiere la propria scelta di donazione è la parte più complicata. Il 67% degli intervistati ha dichiarato che per destreggiarsi e avere un impatto reale è necessario appoggiarsi all’aiuto di qualcuno, la maggior parte chiede consiglio alla famiglia, seguita da chi invece si appoggia a consulenti e agenzie (39%) e il 37% fa invece riferimento ad esperti nel campo specifico in cui si intende intervenire. In Europa vi è il più alto tasso di filantropi (78%), che ritiene necessario appoggiarsi a consulenti ed esperti, sottolineando così l’approccio più professionale alla filantropia.

In Asia, come in Europa, ad avere la meglio è il settore dell’assistenza sanitaria, seguita da ambiente, cambiamento sociale, diversità e inclusione. L’assistenza sanitaria è al primo posto anche negli Stati Uniti e in Medioriente e, se negli Stati Uniti è seguita da ambiente ed educazione, in Medioriente è seguita da educazione e religione.

Secondo il Rapporto, la tendenza più promettente dei filantropi a livello globale (52%) è l’impact investing, ritenuto uno strumento per investire enormi capitali per finanziare soluzioni di mercato sostenibili.

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