Welfare

Augusta: 15 marinai invocano aiuto dalla loro nave

Bloccati al porto da dicembre, non possono scendere e non hanno più cibo nè acqua: l'appello del cappellano del porto

di Benedetta Verrini

Sono senza viveri, senz’acqua, senza la possibilita’ di lasciare legalmente il mercantile su cui sono imbarcati, lontani dalle proprie famiglie da mesi, senza stipendio: e’ l’odissea di 15 marittimi (tre greci, due siriani e dieci pachistani) bloccati sulla nave ancorata nella rada del porto di Augusta dal 31 dicembre scorso. I marittimi – dicono dalla capitaneria di porto di Augusta – con l’appoggio dell’Itf, il sindacato internazionale dei marinai, hanno dichiarato lo sciopero, chiedendo anche il sequestro cautelativo della nave, accordato dal giudice di Siracusa, fino a quando non riceveranno i soldi che spettano loro. Il mercantile, chiamato “Flash”, trasporta per conto di uno shipper turco 3.200 tonnellate di grano che dalla Siria dovevano giungere in Algeria. La nave, per le condizioni atmosferiche e per problemi tecnici a bordo era giunta nel porto di Augusta e subito fermata dalle autorita’ marittime per ”carenze strutturali e igienico-sanitarie”. Il ‘Flash’ batte bandiera cambogiana, il proprietario risulta la societa’ honduregna ‘Compania naviera tropical s.a’, ma in realta’ i marittimi prendevano ordini da un armatore greco. Sarebbe proprio quest’ultimo ad aver abbandonato i 15 marinai al proprio destino. Sembra essere scomparso nel nulla, non ha mai pagato gli stipendi, non si occupa di quello che puo’ accadere al mercantile. I marittimi sono stati aiutati in questi mesi dalla Stella Maris, l’associazione cattolica che si occupa di assistenza ai marinai e ai navigatori del mare, e la loro disavventura e’ seguita dalla fondazione della Conferenza episcopale italiana ‘Migrantes’, e dal sacerdote Giuseppe Mazzotta, cappellano del porto di Augusta e della Stella Maris. Il prete lancia un appello al presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, affinche’ ”il calvario di questi 15 uomini lontani da mesi dalle famiglie senza apparenti vie d’uscita possa terminare”. Se i marinai decidessero di lasciare il mercantile sarebbero denunciati per ”abbandono di nave” perderebbero lo status di marittimi per diventare a tutti gli effetti dei ”clandestini” sul territorio italiano, e soprattutto non avrebbero piu’ diritto alla retribuzione che spetta loro.


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