Welfare

Attività sociali e motorie: i consigli di Federazione Alzheimer

Dopo l’isolamento fisico e sociale causato dalla pandemia è arrivato anche per le persone con demenza il momento di riprendere a uscire di casa. «Molti familiari ci hanno chiesto un supporto per aiutarli a individuare le attività più idonee da fare insieme ai propri cari» rivela la presidente Salvini Porro. Sono nati così una serie di suggerimenti studiati da psicologi e terapisti occupazionali

di Redazione

Con l’allentamento delle misure dettate dalla pandemia anche per molti anziani è tornato il momento di tornare a fare attività sociale e motorie fuori casa. «L’isolamento fisico e sociale causato dalla pandemia ha messo a dura prova le persone con demenza che hanno pagato un prezzo altissimo in termini di salute e peggioramento della qualità di vita: in questa fase in cui è possibile riprendere una serie di attività sociali all’esterno, molti familiari ci hanno chiesto un supporto per aiutarli a individuare le attività più idonee da fare insieme ai propri cari» fa sapere Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia. «Così, grazie ai nostri psicologi e terapisti occupazionali, abbiamo stilato alcuni semplici suggerimenti per riappropriarsi degli spazi sociali e relazionali esterni al domicilio e al nucleo familiare», conclude Salvini Porro presentando i consigli pratici dedicati ai familiari di persone con demenza per organizzare l’attività psico-motoria fuori dall’ambiente domestico, mantenendo come obiettivo primario il benessere psico-fisico delle persone con demenza.

Le attività che è possibile svolgere all’esterno possono essere raggruppate in 3 aree: motorie, stimolazione cognitiva e, infine attività ludico-ricreative.
Per incentivare le attività motorie si suggerisce – nelle ore meno calde della giornata – di fare una passeggiata intorno a casa, nel cortile o anche in un parco vicino casa con il solo obiettivo di camminare.

Andare al parco o ai giardini pubblici, sedersi su una panchina e osservare ciò che avviene intorno: guardare i fiori e cercare di riconoscerli, osservare le persone che passano, sentire i profumi e i rumori. O anche, se si ha un cortile o un terrazzo, occuparsi della cura delle piante: innaffiarle, togliere le foglie secche, piantare fiori nuovi fa parte delle attività di stimolazione cognitiva.

Infine, ci sono le attività ludico-ricreative: andare al bar a bere un caffè o prendere un gelato, assistere a un concerto all’aperto, andare in chiesa o in un museo (in questi casi va ovviamente valutato il tempo di tolleranza della singola persona con demenza).

Il primo passo – specifica una nota della federazione – è ricostruire la storia personale di vita della persona con demenza: esperienze, carattere, interessi come anche bisogni servono infatti a individuare le attività più idonee che andranno poi inserite in una routine quotidiana che permette al familiare una migliore organizzazione della giornata, e aiuta la persona con demenza a sentirsi più sicuro. A questo scopo è utile valutare 5 fattori:

  • storia personale: quali erano le abitudini, gli interessi e le passioni prima della diagnosi, le attività sociali che svolgeva con particolare piacere;
  • personalità: quali erano le caratteristiche caratteriali prima dell’esordio della malattia, ad esempio era una persona apatica e solitaria oppure socievole e creativa;
  • stato fisico: è importante avere chiare le reali capacità di movimento e deambulazione della persona, in modo da valutare l’opportunità di utilizzare un deambulatore o di una carrozzina;
  • stato cognitivo-comportamentale: analisi di quali sono le capacità residue di memoria, comunicazione e relazionali;
  • ambiente: compito del familiare caregiver è fare un’attenta analisi dell’ambiente esterno, individuando luoghi di interesse per la persona con demenza, valutando eventuali barriere architettoniche, prediligere percorsi con panchine o sedie dove possa risposare e la presenza di aree coperte in caso di pioggia o troppo sole.

Uscire di casa per fare una passeggiata o anche stare seduti in giardino o in un parco, riprendere alcune attività sociali e incontrare altre persone in spazi esterni: sono attività che stimolano i sensi riattivando ricordi e sensazioni piacevoli e, inoltre, incoraggiano l’interazione e il piacere della condivisione. A questo si aggiunge l’importanza dell’attività motoria: camminare, anche solo intorno al palazzo, aiuta a migliorare equilibrio e coordinazione, oltre ad agire in modo positivo su umore e benessere generale.

Accanto ai benefici, il caregiver deve tenere conto anche di aspetti meno positivi come, ad esempio, il rischio di affaticamento o dell’insorgere di fastidi o dolori fisici che si possono ripercuotersi sull’umore (ad esempio dolore a piedi o ginocchia) o anche la possibilità che i comportamenti delle altre persone, come le grida dei bambini o l’abbaiare dei cani, possano creare disagio e stress alla persona con demenza.


In apertura photo di Cathy Greenblat – Love, loss and laughter – Lyon Press 2012

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.