Volontariato

Attivista serbo: così esportammo nostra rivolta in Ucraina

"i sistemi usati per abbattere Milosevic vanno bene in qualsiasi paese dove si stia combattendo per la democrazia", spiega Alexandar Maric

di Paolo Manzo

”All’inizio abbiamo cominciato a raccontare la nostra storia a studenti georgiani, ucraini, bielorussi”, poi ”abbiamo capito che i sistemi utilizzati per abbattere Milosevic andavano bene in qualsiasi paese dove si stava combattendo una battaglia per la democrazia”. A parlare e’ un ”veterano” serbo della rivolta studentesca, il trentenne Alexandar Maric, che al ‘Giornale’ racconta come ”il vero spirito di Otpor” (Resistenza) sia non violento ”non siamo rivoluzionari alla Che Guevara”, sottolinea. Uno stile descritto in un manuale, ‘L’arte della Strategia’, diffuso sul web e che prevede anche ”la copertura mediatica per le azioni di protesta -racconta Maric- Anche la musica ha la sua importanza. Come a Belgrado anche a Kiev ci sono i camion con le casse che mandano musica a tutto volume seguiti da studenti che ballano. Una perfetta manifestazione pacifica”. I contatti con Kiev, prosegue, ”sono partiti un paio di anni fa con l’inteno di creare un’organizzazione simile ad Otpor e ci siamo riusciti, Sono stato 12 volte in Ucraina, non solo nella capitale, ma anche in altre citta”’. Cosa prevede che accadra’ a Kiev? ”Prego per una soluzione pacifica, ma temo il peggio”, risponde Maric che e’ stato espulso dall’Ucraina nell’ottobre scorso come ”persona non grata” e che smentisce che Otpor sia al soldo della Cia. ”Ogni tanto salta fuori questa storia -conclude- ma non e’ vero. Non ci sentiamo ne’ di destra ne’ di sinistra, ma pro-democrazia e basta”.


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