Cultura

Attila Josef o dell’inquieto vivere

di Attila Jozsef, Oscar Mondadori, 6,60 euro (di Antonino Piazza).

di Redazione

“Dove la libertà è regola/ avverto sempre l?infinito”. Sono versi di Attila Jozsef, poeta ungherese dalla vita drammatica e avventurosa. Amico di Thomas Mann e di Luckàcs, venne radiato dal partito comunista perché ne aveva profetizzato il destino tirannico: mise fine alla sua breve vita buttandosi sotto un treno nel 1937, a 32 anni. Ora tornano le sue straordinarie Poesie 1922-1937, un grande esame di coscienza di un?anima disperata e pura. I suoi versi si aprono a ventaglio, alimentando un unico roveto ardente: «Occorre baciare la ferita purulenta della vita/ ammirare l?azzurro puro in occhi di ragazza/ Occorre cantare in tristezza/ e non chiedere, fin che bruci la nostra vecchia terra». Jozsef incarna il destino del poeta che non trova dimora sulla terra, perché spende la propria libertà per un altro destino. Un?esistenza balbettante, scandita da versi intensi come ferite. E aperti da squarci improvvisi di luce: «La bellezza io l?ho vista/ era tenera e bionda».
Antonino Piazza

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