Salute

Attenzione pericolo: non ingerire magneti e batterie a bottone

Parte la campagna di sensibilizzazione della Società italiana di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica sulla prevenzione e sulla gestione di questi incidenti domestici in aumento. Interventi tempestivi consentono di evitare complicanze e conseguenze di lungo periodo dell'ingestione di corpi estranei e sostanze caustiche. Le più pericolose sono le disk battery, presenti un po' ovunque in casa.

di Nicla Panciera

L’ingestione accidentale di piccoli oggetti come magneti e batterie o di sostanze caustiche è potenzialmente molto pericoloso per i bambini, con conseguenze di lungo periodo nel 20% dei casi. Il fenomeno è in aumento, anche per la diffusione nelle case delle cosiddette “killer silenziose”, le piccole batterie a bottone presenti ovunque, dal telecomando ai videogiochi ai biglietti musicali, che, spesso in modo asintomatico, bruciano i tessuti generando delle fistole tra l’esofago e la trachea e tra l’esofago e le arterie e dando così origine a emorragie anche gravi e fatali. La mortalità in quest’ambito è del 18%. Per questa ragione, la Società italiana di gastroenterologia, epatologia e nutrizione pediatrica Sigenp, a due anni dalla pubblicazione di una Consensus rivolta ai pediatri per la gestione di questi incidenti, «si rivolge a genitori, nonni, insegnanti e tutti coloro che stanno con i bambini con una compagna di prevenzione primaria, diffondendo delle regole riassunte in un flyer (disponibile qui) in distribuzione in scuole, ospedali e farmacie» ha spiegato il presidente Sigenp, Claudio Romano dell’università di Messina, direttore dell’Unità di gastroenterologia pediatrica. La campagna Sigenp per la sicurezza di bambini e genitori» è stata voluta perché «gli incidenti sono sempre più frequenti; oggi su 100mila accessi pediatrici, 300 sono dovuti all’ingestione di oggetti o sostanze. Proprio per misurare il fenomeno, la gravità e la gestione dei casi, la Sigenp sta lavorando a un registro».

Il tasso di ingestione dei corpi estranei, secondo dati europei e americani, è aumentato in 15 anni del 91.5% ed è quasi raddoppiato sotto i 6 anni di età. Le monete sono gli oggetti più frequentemente ingerite (62%), le batterie (micropile al litio) rappresentano il 7% di tutti i casi. L’ingestione di caustici, in particolare prodotti per la pulizia della casa e detersivi, rappresenta un terzo degli incidenti domestici, responsabili di circa 1.000 ricoveri l’anno. «Soltanto le situazioni patologiche gravi conseguenti alla ingestione di disk battery sono aumentate di sette volte negli ultimi vent’anni. Nel caso delle disk battery, anche la loro rimozione per via endoscopica può dare origine a sanguinamento, per questo l’intervento è eseguito da un team multidisciplinare» spiega Paola De Angelis, responsabile dell’endoscopia digestiva del Bambin Gesù e coordinatore nazionale dell’Area di endoscopia e indagini diagnostiche strumentali SIGENP. «Ci sono poi i piccoli magneti che, se ingeriti, possono unirsi tra loro e diventare contundenti, provocando danni. Ma anche chiodi, viti, gioelli. Infine, i liquidi: mai travasare in bottigliette più piccole i detersivi o sostanze corrosive. L’endoscopia va fatta il prima possibile, meglio se entro due ore dall’ingestione. La tempistica è importantissima. Per questo ci siamo attivati sia per informare capillarmente i genitori sul territorio, sia per formare più endoscopisti preparati per queste emergenze, in modo che nei Centri ce ne sia sempre uno reperibile quando serve, senza attese dannose».


Che fare? «In presenza di sintomi respiratori, gastrointestinali, bruciature del cavo orale o delle labbra o anche sintomi aspecifici ma comunque se c’è il sospetto di ingestione accidentale di sostanze caustiche o di disk battery, non indurre il vomito che rischierebbe di bruciare ancora di più l’esofago. Nel caso di disk battery, somministrare miele perché protegge le mucose e riduce i danni all’esofago» dice Filippo Torroni, responsabile dell’endoscopia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. «Infine, andare il prima possibile al pronto soccorso più vicino, perché il fattore tempo è fondamentale per ridurre al massimo il rischio di complicanze o esiti di lungo periodo. Un team multidisciplinare di endoscopisti, chirurghi, anestesisti, radiologi prenderà in carico il bambino e, se l’ospedale è piccolo, lo metterà in sicurezza per il trasferimento in un centro di riferimento». Nei centri di terzo livello, infatti, sono presenti endoscopisti pediatrici h24 e tutti gli specialisti capaci di far fronte all’emergenza pediatrica. «A differenza di un tempo, oggi già in pronto soccorso viene fatta la valutazione del paziente che ha ingerito un oggetto o una sostanza, con tutti gli esami diagnostici presenti nelle linee guida che abbiamo redatto nel 2020 e la definizione del percorso terapeutico, inclusa la necessità di un’endoscopia a scopo diagnostico ma anche per l'esecuzione di interventi terapeutici» dice Salvatore Oliva dell'Università La Sapienza, responsabile Endoscopia Digestiva Pediatrica Policlinico Umberto I, evidenziando il permanere di forti diseguaglianze sul territorio italiano. Per fortuna, nel 80% dei casi gli oggetti ingeriti dai bambini vengono evacuati spontaneamente. Di batterie a bottone si è parlato anche il mese scorso al congresso dei pediatri europei a Padova, dove una nota azienda produttrice ha presentato una confezione a prova di bambino con batterie dal sapore amaro, poco appetibile per i bambini. Intanto, in Europa, proprio i produttori sensibilizzano sui rischi: l’associazione European Portable Battery Association ha deciso di sensibilizzare sui rischi dell’ingestione e sul da farsi con un portale in cui illustra ai genitori «Cosa fare in caso di ingestione involontaria?» e e agli specialisti «come fare la diagnosi giusta». Quello che sarebbe veramente utile, però, sarebbe eliminare il pericolo, producendo batterie sicure anche in caso di ingestione.

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