Mondo
Attacco all’umanitario
Uccisi un operatore dell'Unicef e uno del Pam. Sale a 26 il numero degli operatori assassinati nel 2008
L’assassinio di un operatore dell’Unicef, Muktar Mohamed Hassan e dell’operatore del Pam Abdi Naser Aden Musse, ha portato a 26 il numero di operatori umanitari uccisi dall’inizio dell’anno nel Paese del Corno D’Africa. Continuano anche i rapimenti: è di venerdì scorso l’ultimo tentativo di sequestro, contro l’operatore somalo dell’ong Acqua per la Vita, fondata dal geologo italiano Elio Sommavilla.
«La distribuzione degli aiuti e il monitoraggio degli interventi sono ostacolati dalla ricomparsa di fenomeni di banditismo, dei blocchi stradali e dalla generale situazione di insicurezza diffusa» fa sapere Unicef Italia. «In aggiunta, la chiusura di porti, rotte aeree e terrestri risulta non prevedibile e di grande impedimento agli interventi umanitari, causando ritardi è facendo aumentare nettamente i costi di trasporto degli aiuti».
«I due magazzini di aiuti dell’Unicef a Mogadiscio sono inaccessibili a causa dei combattimenti negli immediati dintorni, le condizioni della capitale compromettono tutti gli interventi, dal momento che dal porto di Mogadiscio passa l’80% degli aiuti, mentre le restrizioni burocratiche imposte dalle autorità locali non fanno che compromettere ulteriormente gli interventi umanitari».
«La mancanza di condizioni di sicurezza minime ostacola in diverse aree la possibilità del personale Unicef di raggiungere le popolazioni più vulnerabili dal momento che il personale somalo corre gravi rischi nell’adempimento dei suoi compiti e quello internazionale con difficoltà ottiene i permessi per accedere alle aree più colpite dalla crisi» conclude Unicef.
«L’Onu reitera l’appello per porre fine agli atti di violenza contro gli operatori umanitari e chiede nuovamente sicurezza per i movimenti del proprio staff, in modo che siano in grado di dare sostegno alla popolazione somala costretta già a vivere in circostanze estremamente difficili», dichiara il Vice Rappresentante dell’Unicef Somalia, Hannan Sulieman. «Porgiamo le nostre condoglianze alla famiglia di Mukhtar. Il nostro collega ci mancherà profondamente, ma il suo lavoro non sarà dimenticato».
«L’Unicef condanna quest’uccisione priva di senso di un membro del proprio staff dedito alla missione dell’Unicef di migliorare la vita dei bambini e delle donne somale. Mukhtar svolgeva un ruolo importante per fornire acqua e servizi igienici a comunità vulnerabili di aree dove il rischio di malattie veicolate dall’acqua è elevato», conclude Sulleman.
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