Cultura
Attacco all’Afghanistan: l’impegno di Caritas
Impegno in Pakistan e Iran per l'assistenza ai profughi, e preghiera per la pace
La coscienza cristiana è chiamata a leggere i segni di questo tempo iniziale del terzo millennio pregando, perché la pace è innanzi tutto dono del Signore. Ma anche riproponendo profeticamente e con coraggio pensieri e gesti di pace, giustizia, riconciliazione, netto rifiuto dell’intolleranza e della vendetta.
Seguiamo con apprensione sin dall’inizio di questa crisi l’evolversi della
situazione e ci auguriamo che si ponga fine al più presto a questa spirale
di violenza, le cui conseguenze più drammatiche ricadono come sempre sugli innocenti e sui più vulnerabili.
Stiamo intanto intensificando gli interventi in favore dei profughi e di tutte le vittime di questo conflitto e, come Caritas Italiana, siamo particolarmente impegnati nell’organizzazione di una missione in Iran per
predisporre anche lì, d’intesa con il Governo e con la Chiesa locale, il
sostegno ai profughi.
In Pakistan, dove è presente una delegazione internazionale della Caritas, gli aiuti si sono concentrati sui campi di Shamshatoo (60.000/70.000 persone), Akora Khatak (25.000 persone) e Jalozai (60.000 persone). Qui oltre a cibo, acqua e assistenza sanitaria, la Caritas ha fornito 1700 alloggi temporanei con latrine e servizi igienici per le famiglie più vulnerabili (vedove con bambini, disabili, anziani).
Si stanno ora allestendo nuovi campi di accoglienza e la Caritas è pronta a fornire generi di prima necessità (set da cucina, contenitori di plastica e
di alluminio, 10.000 tende, ecc.) a 55.000 famiglie, oltre 330.000 persone.
In sei nuovi campi a Nord Ovest del Pakistan, capaci di ospitare 60.000
persone, la Caritas intende farsi carico anche delle necessarie infrastrutture igieniche e per l’approvvigionamento di acqua.
Accanto a questi primi aiuti materiali – che prevedono un impegno
complessivo di circa 30 miliardi di lire e l’indispensabile contributo di
tutti gli offerenti – gli operatori Caritas forniscono sostegno psicologico,
soprattutto alle fasce più deboli e continuano a lanciare messaggi di pace e tolleranza diffusi via radio in Baluchistan e nel Sud Ovest
dell’Afghanistan.
Sono dei piccoli segni che, nonostante tutto, cercano di testimoniare il
Vangelo della pace, riaffermando nel quotidiano il valore di ogni singola
vita, l’accoglienza, il dialogo, la disponibilità a lavorare insieme per
costruire sistemi sociali solidali, ossia contesti di vita in cui tutte le
persone siano riconosciute e valorizzate in quanto tali.
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