Mondo

Attaccherà l’Iraq senza alleati? Il Bush solitario

Isolato sul fronte internazionale, il presidente Usa sta ricevendo una serie di pesanti no anche tra i repubblicani più fedeli. Ma continua a preparare l’attacco a Saddam.

di Paolo Manzo

E’ «contrario ad un attacco contro l?Iraq», soprattutto se non concordato con gli alleati e nel rispetto delle risoluzioni dell?Onu. Chi? Non una colomba, ma Henry Kissinger. E l?ex segretario di Stato Usa è solo l?ultimo in ordine di tempo a criticare i piani bellicosi di George Bush jr nei confronti di Saddam. Sempre più numerosi, infatti, politici e militari contrari a una guerra contro l?Iraq. Fedeli a Bush restano solo i falchi, come il consigliere per la sicurezza nazionale, Condoleeza Rice. O il ministro della difesa Rumsfeld che ha definito la prossima azione militare contro Saddam «splendida», come secondo lui sarebbe stata quella in Afghanistan. O il capo del Defence Policy Board del Pentagono, Richard Perle, che ha assicurato che Bush jr ordinerà comunque l?attacco contro Baghdad perché «per rovesciare Saddam i nostri alleati sono semplicemente irrilevanti?». Il che la dice lunga sull?interventismo isolazionista in cui è precipitato il governo repubblicano che, come rivela Newsweek, ha da settimane richiesto alle industrie belliche nazionali di raddoppiare i turni di lavoro per rifornire gli arsenali. Un modo come un altro per uscire dalla recessione che attanaglia l?economia Usa, ma anche una prova sulle reali intenzioni della Casa Bianca. Alea jacta est sarebbero portati a pensare i più ma, oltre a Kissinger, l?opposizione repubblicana al bellicismo di George W. è in crescita. In un editoriale sul Wall Street Journal, Brent Scowcroft, già consiglire per la sicurezza nazionale di George Bush padre, precisa che «un attacco contro l?Iraq metterebbe in serio pericolo la campagna globale contro il terrorismo». Critiche in patria… E un altro pezzo da novanta e che di guerre all?Iraq se ne intende, il generale Schwarzkopf, è intervenuto su The Times dicendo a Bush di «non andar da solo a far la guerra». Sulla stessa lunghezza d?onda il generale Wesley Clark. Intervistato dal Washington Monthly, l?ex comandante delle truppe Nato in Kosovo ha dichiarato che «il facile successo in Afghanistan ha rafforzato la convinzione del governo Usa che la lotta al terrorismo è portata avanti meglio al di fuori delle organizzazioni internazionali. Ma è un errore di giudizio madornale». La corrente isolazionista dei repubblicani, capeggiata dal senatore Hagel, chiede che la gente ne sappia di più «perché si può trascinare velocemente il Paese in guerra, ma non si può mai uscirne in fretta». E Richard Armey, governatore del Texas e fedele alleato di Bush jr, ha dichiarato che un «attacco non provocato» all?Iraq è ingiustificato. I cittadini Usa sembrano condividere questi dubbi, se è vero che, secondo l?ultimo sondaggio dell?Abc, il 51% degli intervistati non vuole interventi che arrechino vittime Usa. Ma, contrari a una guerra contro Saddam in numero assai maggiore, sono gli europei: il 66% degli inglesi, il 73% dei tedeschi e il 76% dei francesi non vuole saperne di ?morire per Baghdad?. Una posizione confermata dalla maggior parte dei leader politici. …e all?estero Per il segretario generale dell?Onu, Kofi Annan «sarebbe poco saggio attaccare l?Iraq visto ciò che sta accadendo in Medio Oriente». Mosca, che con Baghdad ha stipulato accordi di cooperazione per 40 miliardi di euro, ha fatto sapere che l?uso della forza «è inaccettabile dal punto di vista del diritto internazionale». Per il direttore di Radio vaticana, padre Borgomeo, «Bush pensa ad attaccare l?Iraq, privilegiando ancora una volta l?azione militare». E se la Lega araba ha ribadito il suo no all?ipotesi d?un attacco, Giordania e Arabia hanno precisato che non concederanno il loro territorio come base per i marines. Nettamente contrarie all?intervento Turchia, Germania e Giappone. Favorevoli ad una soluzione politica Spagna, Italia e Francia. Nel dubbio resta Blair che, pressato da Chiesa anglicana e ampi settori dei Labour, potrebbe alla fine abbandonare Bush jr. Più isolato che mai nella sua crociata contro Saddam.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA