Welfare

Atleti paralimpici con le stellette, obiettivo pari opportunità

Arriva dalla parlamentare Giusy Versace la nuova Proposta di Legge per il reclutamento degli sportivi con disabilità nei Gruppi sportivi militari e nei corpi dello Stato. Per Luca Pancalli presidente del Cip «si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale»

di Antonietta Nembri

Non scende più sulle piste di atletica leggera, ma Giusy Versace non trascura il suo legame con lo sport paralimpico anche nella sua veste di parlamentare. È di ieri, mercoledì 17 aprile, infatti la presentazione alla stampa della nuova proposta di legge, di cui la stessa Versace è prima firmataria, per il reclutamento degli atleti paralimpici con disabilità fisiche nei Gruppi Sportivi Militari e Corpi dello Stato. La Proposta di Legge n. 1721, firmata al momento da 40 deputati di Forza Italia (gruppo di appartenenza della Versace), sta raccogliendo numerosi consensi trasversali e richieste di sottoscrizione da parte di altri deputati. La proposta potrebbe arrivare in aula già durante la prossima estate

Due le richieste principali contenute nella proposta: equiparare il trattamento economico tra atleti paralimpici e gli atleti normodotati in forza ai gruppi sportivi militari, e di offrire anche ai paralimpici le stesse opportunità lavorative al termine della carriera agonistica, consentendo loro di scegliere se congedarsi o prendere servizio, cosa che con le attuali normative non accade. In questo modo, anche molti ruoli di ufficio, in tutte le forze dell'ordine, potrebbero essere ricoperti da persone disabili.

In conferenza stampa, accanto alla Versace, erano presenti il presidente dei deputati di Forza Italia Mariastella Gelmini, il presidente del Cip Luca Pancalli e, in veste di moderatore, il giornalista del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport Claudio Arrigoni. Tra i partecipanti all’incontro anche i rappresentanti di tutti i Gruppi Sportivi Militari e di Polizia, e alcuni campioni paralimpici tra cui i nuotatori Giulia Ghiretti (Fiamme Oro) e Marco Iannuzzi (Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa), la velocista Oxana Corso (Fiamme Gialle) e il lanciatore Oney Tapia (Fiamme Azzurre) e lo schermidore Alessio Sarri (Fiamme Oro).

In un videomessaggio il presidente del Coni Giovanni Malagò ha definito quello presentato dalla Versace un «progetto di legge importante, di grande significato».

«Ho lavorato a lungo su questa proposta di legge; sono stati mesi di notti insonni, studi, approfondimenti e confronti ed essere qui è per me una grande emozione perché, se approvata, questa legge rappresenterebbe una svolta nel mondo dello sport e un’opportunità di crescita per il mondo paralimpico», ha commentato Giusy Versace. «Sono felice che siano intervenuti tutti i capi dei dipartimenti e i responsabili dei Gruppi Sportivi Militari e Corpi dello Stato con i loro atleti, e sono grata del fatto che abbiano accolto il mio invito e offerto la loro collaborazione».
«Come CIP siamo felicissimi di supportare Giusy nel suo percorso legislativo», ha dichiarato il presidente Luca Pancalli che ha sottolineato: «Noi abbiamo iniziato a prendere contatti con i gruppi sportivi militari agli albori dell’era paralimpica, e adesso dobbiamo percorrere tutti insieme questo “ultimo miglio” perché si tratta di una vera e propria rivoluzione culturale». Pancalli ha infine ricordato che «fino ad oggi l'inquadramento nei gruppi sportivi militari, per i disabili, è stato impedito dall'obbligo della sana e robusta costituzione. Ora dobbiamo superare l'ultima barriera per i ruoli speciali, e manca uno strumento normativo».

Gelmini ha richiamato l’impegno e le energie profuse dalla Versace per il sociale «tanto da coinvolgere non solo il nostro partito, ma anche tutti gli altri gruppi parlamentari. Nonostante sia una stagione caratterizzata da divisioni nette dal punto di vista politico, credo però che il Parlamento possa abbracciare in toto questa Proposta di Legge, i cui valori sono universali e vanno ben oltre le divergenze politiche».

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.