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Atene si gioca tutto sul turismo

L’industria delle vacanze vale oltre il 17% del Pil greco e rappresenta l’ultima occasione per la rinascita. L’anno scorso nel Paese sono arrivati 22 milioni di turisti, che hanno portato 13 miliardi di euro. Tornarci quest’anno, nonostante allarmi e speculazioni, può essere anche un segnale di solidarietà

di Marina Moioli

In attesa di sapere se il referendum del 5 luglio cambierà la storia della Grecia (e forse dell’Europa) c’è chi si domanda cosa faranno le migliaia di turisti che hanno già prenotato una vacanza in Grecia. Dal punto di vista economico lo scenario è ancora molto confuso, ma la situazione sta diventando di giorno in giorno più allarmante. Tanto che molti cominciano apertamente a sconsigliare di partire alla volta di Atene e delle isole greche. Eppure in Grecia l’unica risorsa che ha resistito agli scossoni è il turismo, che vale il 17,3% del Pil (contro il 10,1% dell’Italia). L’ultima spiaggia che potrebbe rappresentare il nuovo approdo per la rinascita. L’anno scorso nel Paese sono arrivati 22 milioni di turisti, che hanno portato 13 miliardi di euro. Andare lì adesso, con la necessaria scorta di contante e di attenzione, può essere anche un segnale di solidarietà.

In questi giorni l’ente turistico ellenico sta giocando la sua partita parallela per evitare il tracollo dei flussi di viaggiatori nella stagione più importante dell’anno. Il direttore dell’ente per l’Italia, Kyriaki Boulasidou, ha lanciato il suo appello agli italiani in partenza: «Non fatevi prendere dal panico, non c’è alcun motivo per cambiare i vostri piani». Cosa che invece sta accadendo in altre parti d’Europa: «Abbiamo avuto diverse cancellazioni da parte dei mercati abituati a prenotare le proprie vacanze con largo anticipo, vedi gli inglesi, i tedeschi o gli scandinavi. Gli italiani invece sono tradizionalmente turisti last minute, per cui non temiamo ricadute: se si arriverà ad un accordo politico a breve, come siamo certi accadrà, il turismo non ne risentirà in maniera significativa. Se invece la situazione dovesse rimanere in bilico ancora a lungo, sarà difficile centrare il più 20% di turisti italiani prefissato a inizio stagione. Ma siamo fiduciosi».

In effetti però diventa di giorno in giorno più difficile dire basta ad ansie e speculazioni e partire tranquilli. Dopo la rottura delle trattative di Tsipras con l’Eurogruppo non si sa bene cosa potrebbe accadere. Molti temono il ritorno alla dracma e l’effetto speculazione sui prezzi che potrebbero schizzare e quindi, tutti quelli che hanno scelto la Grecia per la sua convenienza si troverebbero a spendere molto più che una vacanza in Italia.

Sul sito “Viaggiare sicuri” del ministero degli Affari esteri l’ultimo avviso che riguarda la Grecia, pubblicato il 28 giugno, suona discretamente sinistro: «Potrebbero verificarsi disagi nei principali centri urbani del Paese. Vi potrebbe essere una ridotta funzionalità delle carte di credito, oltre che dei bancomat. Si consiglia di verificare che – nei periodi previsti di soggiorno in Grecia – i servizi siano forniti regolarmente (porti, aeroporti, ferrovie, banche, ospedali, ecc.). Si raccomanda di usare prudenza durante il soggiorno, prestando attenzione a eventuali avvertenze delle autorità greche ed evitando luoghi di possibili assembramenti nelle maggiori città del Paese. Ad Atene le manifestazioni si svolgono tradizionalmente in piazza Syntagma (davanti al Parlamento), in piazza Omonia e dintorni, nel quartiere di Exarchia e vicino al Politecnico, in prossimità del Museo archeologico». Insomma, non precisamente un augurio di “Buone vacanze”. Anche il ministero degli Esteri tedesco ha diramato un avviso ai tanti cittadini della Germania federale in procinto di andare in Grecia per le vacanze: alla luce della chiusura delle banche elleniche, «si consiglia di procurarsi una quantità sufficiente di soldi in contanti prima del viaggio – si legge sul sito del ministero – e di mantenersi informati sullo sviluppo della situazione».


Per salvare il salvabile il governo greco ha emesso un decreto in cui precisa che: «Le carte di credito e i bancomat stranieri – emessi cioè da banche basate all’estero – non saranno soggetti alle limitazioni (60 euro al giorno) nel prelievo del contante». La misura intende favorire gli stranieri e l'industria del turismo in generale, un settore chiave per l’economia greca soprattutto nel pieno di una stagione turistica fondamentale per attirare valuta. Da oggi quindi la Grecia si trova in una situazione paradossale: i turisti stranieri potranno utilizzare le proprie carte e bancomat senza limiti, mentre i greci non potranno prelevare più di 60 euro al giorno. Un’asimmetria comprensibile dal punto di vista del governo greco, alla disperata ricerca di liquidità, ma certo molto problematica da gestire di fronte alla crescente rabbia e frustrazione dei cittadini greci.

L’altro grande pericolo per il turismo greco sono le schiere di richiedenti asilo provenienti dalle devastate aree mediorientali. Questo scenario si è già concretizzato a Lesbo, la terza isola più grande della Grecia, che ha accolto circa 2.500 rifugiati in attesa di essere registrati, con arrivi giornaliero che secondo l'Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite superano mediamente i 300 individui. «Il business delle vacanze in Grecia ha sempre dimostrato di essere resistente agli eventi negativi, nel corso degli anni, anche se uno shock esterno come un massiccio afflusso di immigrati irregolari avrà indubbiamente un impatto», ha dichiarato Simos Anastasopoulos, presidente della Camera di commercio greco-americana, aggiungendo che: «Il sistema attuale non è in grado di reggere».

Per chi, nonostante tutto, sceglierà di trascorrere comunque le vacanze in Grecia, l’Ente Turismo Ellenico conta anche sul programma “Questa è la mia Atene”, gestito da volontari e ideato per mostrare la città e le sue ricchezze in modo inedito e introspettivo. Un tour su misura (organizzato anche per disabili) che permette di calarsi nel vero tessuto cittadino. Gli atenieri coinvolti nel progetto non sono guide turistiche ma persone che amano e conoscono la loro città, colti e di mentalità aperta, parlano inglese e altre lingue compreso l'italiano. Si trasformano insomma in "ambasciatori" per gli ospiti stranieri in visita alla città.

Chi ha in programma un viaggio ad Atene può fare domanda online sul sito www.thisisathens.org compilando il modulo “Meet an Athens Local” con almeno 72 ore di anticipo rispetto alla data di arrivo. Il team dell’Agenzia di Sviluppo e Destination Management della Città di Atene, abbinerà le richieste dei visitatori con i volontari ateniesi che più soddisfano i criteri di interesse e fisserà un appuntamento in base alla disponibilità. Il visitatore riceverà via e-mail i dettagli dell’appuntamento, incluso la data e l’orario dell’appuntamento, il nome e le informazioni di contatto dell’ateniese e il punto d’incontro. Un minuscolo contributo per aiutare i greci a coltivare l'ultima speranza della loro economia: il turismo.

Foto GettyImages/ Louisa Gouliamaki

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