Non profit

Associazioni, sereno con avvisi di tempesta

Crisi nel volontariato? 10 big rispondono. Per ora i volontari stanno rispondendo ancora alla chiamata. Ma qualche grande organizzazzione è già in crisi

di Paolo Manzo

Lega del filo d?oro
(Rossano Bartoli – Segretario generale)

A Osimo, Milano e Roma il trend è costante, c?è molto ricambio. A Napoli e Ruvo di Puglia, invece, siamo in crescita: abbiamo aperto da poco ed è una novità. L?età media è sui 35-40 anni. Persone con forti motivazioni, che hanno fatto esperienze in altre associazioni e vogliono cambiare. La maggioranza sono donne. Lo scorso anno ci fu un boom di studenti. Ma mancando le motivazioni per continuare, una volta ottenuto l?attestato di frequenza per i crediti della maturità, se ne sono andati tutti. La formazione è in evoluzione: per assistere un sordocieco, infatti, è una conditio sine qua non.

Telefono azzurro
(Ernesto Caffo – Presidente)

Siamo in crescita. L?80% sono donne. I nostri volontari sono più giovani che in passato e cercano un?occasione formativa. Oggi forse contano meno gli ideali. Il volontariato si sta professionalizzando, col rischio di far fatica in alcuni ambiti . La formazione è mirata a internalizzare le risorse umane. La fascia forte è quella degli universitari e dei liceali, ma il nocciolo duro restano i giovani pensionati. Un problema è la stagionalità: d?estate mancano persone. C?è una maggior presenza di volontariato part time, mentre un altro problema che si presenta è integrare il privato sociale col volontariato. Sarà la sfida del futuro: per evitare l?andazzo dei Paesi anglosassoni dove il volontariato è considerato sempre meno un impegno personale.

Legambiente
(Francesco Ferrante – Direttore generale)

Il trend è in crescita. La maggioranza sono giovani tra i 18-25 anni, soprattutto ragazze. D?estate organizziamo campi di volontariato, che istruiscono su fauna, flora e norme anti incendio, mentre ai volontari che agiscono sul territorio facciamo fare tanta pratica. Le motivazioni? Oggi c?è un volontariato più concreto e meno ideologizzato che in passato.

Abio
(Regina Sironi – Segretario generale)

Abbiamo avuto un notevole impulso grazie al progetto Ospedale amico, un vero boom. Ma c?è stato anche un cambiamento qualitativo: i volontari oggi hanno tempi diversi rispetto al passato. Prima non eravamo in grado di coprire certi turni in ospedale. Oggi sempre più volontari sono disponibili il sabato, la domenica e la sera: perciò abbiamo introdotto in pediatria un turno sino alle 21. Ci sono più uomini e questo è un fatto molto importante in reparti dove ci sono adolescenti: avere interessi in comune, dal calcio alla Formula 1, aiuta a legare coi ragazzi.

Vidas
(Mina Piccinini – Responsabile Ufficio stampa)

Abbiamo un disperato bisogno di volontari: chi si sente pronto è pregato di rivolgersi allo 02.72511214. Le cause? Sono nate tante organizzazioni e quindi c?è più concorrenza. E poi il nostro è un volontariato parecchio ?pesante? dal punto di vista psicologico. Inoltre richiediamo due mezze giornate la settimana. Per i giovani io credo che il problema delle ?minori vocazioni? sia che si sentono più vicini alla problematica Aids che a quella del cancro. I nostri volontari sono laureati o diplomati perché l?approccio alla morte è tipico delle persone con un livello culturale medio-alto. Abbiamo una formazione che migliora ogni anno e il volontario lavora a stretto contatto con medici, infermieri, psicologi e assistenti sociali.

Aibi
(Floriana De Pasquale – Responsabile Ufficio stampa)

Siamo in crescita: 58 volontari nel 2001 contro i 45 del 2000. Gran parte sono coppie adottive o genitori che in passato hanno accolto un bimbo straniero. L?età media è tra i 35 e i 45 anni. I volontari sono fidelizzati, e quasi mai abbandonano anche se può cambiare l?attività svolta. L?impegno varia dalle 3 volte al mese alle 10 ore settimanali.

Arché
(Mirella Savegnago – Responsabile Ufficio stampa)

Facciamo più fatica, soprattutto tra i giovani. Forse perché l?Aids non fa più sentire ?eroici?. E, tra gli under 25, cala anche l?attenzione verso il problema. Ed è un pericolo. Perché il volontariato ha sì il compito di fare, ma anche di segnalare le mancanze importanti della nostra società. Le motivazioni? Far qualcosa di utile perché mi fa stare bene, conoscere nuovi ambienti e nuovi amici con cui passare momenti piacevoli. Ma anche la crescita personale, perché i nostri corsi di formazione danno molti strumenti professionali ai volontari. Chi vuole aiutarci può contattarmi allo 02.603603

Opera San Francesco
(Domenico Pedullà – Responsabile formazione volontari)

È cresciuto sia il numero che la qualità dei volontari. Prima, un volontario stava da noi in media 10 anni, oggi di norma un paio d?anni. è cambiata anche la selezione: abbiamo svecchiato la struttura e ci sono più liberi professionisti, che possono essere impegnati in orari più flessibili. Sino a qualche anno fa i volontari venivano inseriti da un giorno all?altro. Oggi teniamo un corso di formazione di 4 mesi, con lavori di gruppo, verifiche psicologiche e pratica di servizio. Obiettivo della nostra formazione, oltre la conoscenza, è anche la fidelizzazione del volontario. Che è cambiato. Prima aveva motivazioni precise, religiose, culturali, sociali o filantropiche mentre oggi viene da noi per cercare motivazioni.

Anpas
(Luigi Bulleri – Presidente)

Un?indagine sulle nostre 831 pubbliche assistenze rileva che i volontari attivi sono 100mila, un dato che rispecchia una certa costanza. C?è parecchio turn over e ci sono tanti giovani. Più le ragazze, ma poche quelle che hanno un ruolo dirigente. La fascia d?età si sta abbassando, forse per la maggior incidenza del servizio civile. Le motivazioni del volontario? Da noi prevale il ?fascino? dell?ambulanza. Il volontariato si trova davanti a una svolta storica perché deve diventare sempre più soggetto politico che rappresenta i bisogni, che progetta i servizi, che fa iniziativa per le risorse. È una scommessa ed è una cosa bella ma, se parlo con tutti i volontari dell?Anpas, forse solo uno su quattro ne è consapevole.

Athla
Raffaele Pappaleo – Responsabile progetti

Da quando ci siamo spostati alla cascina Bellaria, nel Parco Trenno, abbiamo iniziato a richiedere volontari. Prima erano troppi, adesso troppo pochi. Telefonate ne riceviamo sempre molte però: su cinque chiamate di persone interessate, alla fine ne rimane sì e no uno. Anche perché fare il volontario è sì molto bello, ma parecchio faticoso, e i ragazzi tendono dopo un po? a scappare. Ciò nonostante ci sono più giovani che in passato, forse perché ci occupiamo di tempo libero, e su 10 volontari, 60 sono ragazze. Se volete essere dei nostri, chiamateci allo 02.6070564

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