Welfare

Associazione per i Vivai pronatura

Con loro non solo le piante rare vivono, ma aiutano il reinserimento sociale dei detenuti

di Antonietta Nembri

Associazione per i vivai Pronatura
via Rocca Brivio, 2 20098 San Giuliano Milanese (MI)
tel. e fax 02.9839022
www.vivaipronatura.it
Fondata nel 1991
Direttore: Franco Rainini

Salvare la biodiversità. È questo uno degli obiettivi dell?associazione Vivai Pronatura che in una dozzina d?anni ha ?prodotto? oltre 200mila piantine di un centinaio di specie diverse e rare in Lombardia. Un?azione quella portata avanti dall?associazione naturalistica che mira a salvare le piante autoctone andando nei boschi a raccogliere i semi e facendoli germogliare in serra e nei vivai per poi reintrodurle nell?ambiente naturale.
«Alla fine degli anni 80», ricorda Franco Rainini, presidente di Vivai Pronatura, «c?era una forte domanda di rinaturazione, ma c?erano solo vivai commerciali. Il nostro voler salvaguardare le essenze autoctone e rare non è un vezzo, perché le piante conservano una memoria biologica diversa da specie a specie». È un appassionato, Rainini, e mentre parla dei rischi di ?importazione? di piante estranee all?habitat di una località, non dimentica di citare i tanti interventi fatti e le iniziative di educazione ambientale realizzate da quando l?associazione ha iniziato a operare come gruppo spontaneo sorto al Parco Nord di Milano nell?89.
«Da subito o quasi», continua Rainini, «ci siamo impegnati anche nel disagio sociale e dal 1997 è attivo un progetto di formazione lavoro che negli anni ha visto la partecipazione di numerose persone». Tra i progetti che hanno coinvolto detenuti e malati psichici, anche uno di ingegneria naturalistica.
Sul fronte dell?intervento sociale rientra anche un progetto che vede protagoniste le detenute del carcere di San Vittore a Milano. Nella sezione femminile è stata realizzata una piccola serra specialistica e «sono 38 le detenute che hanno partecipato a questo progetto», spiega Gabriella Paolucci, la volontaria che si occupa di questo «patto tra carcere e natura», come lei definisce il lavoro svolto. L?iniziativa mira, oltre che a offrire uno sbocco professionale in aziende florovivaistiche («le detenute hanno imparato a far germinare i semi sia di piantine aromatiche sia di piante selvatiche»), anche a coinvolgere i detenuti nella difesa dell?ambiente.

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