Welfare

Assistere col buono

10 miliardi per i malati di Alzheimer

di Antonio De Poli

Sono circa 25 mila, nel Veneto, le persone affette da sindrome di Alzheimer ed è un numero che aumenta costantemente. Per dare un aiuto concreto e tangibile alle famiglie venete che decidono di mantenere a casa i propri congiunti ammalati di Alzheimer, la Giunta veneta ha deliberato un contributo di 10 miliardi per il 2001. Il contributo sarà assegnato – tramite le Aziende Ullss venete – in ragione della popolazione anziana residente. Sarà un contributo mensile di un milione di lire per i malati e per le loro famiglie, finalizzato al mantenimento in famiglia della persona stessa. L’atto regionale andrà ora sottoposto al parere della quinta Commissione consiliare. Il provvedimento è di una rilevanza sociale evidente ed è stato voluto proprio per sostenere il percorso di assistenza che molte famiglie stanno attuando per migliorare la qualità di vita del proprio familiare. L’atto approvato dalla Giunta veneta definisce, in particolare, i criteri per l’accesso ai benefici da parte del malato e della sua famiglia. Essi sono applicati dall’Unità operativa distrettuale (Uod) che ha sede presso ogni Ullss e che verificherà: la condizione di persona affetta da Alzheimer con gravi disturbi comportamentali (secondo i parametri indicati dalla delibera regionale dell’aprile 2000), la situazione familiare, il reddito, che in questo caso è solo quello personale del malato (tetto massimo considerato pari a 20 milioni annui). L’indicazione del governo veneto è che l’intervento sia inserito con celerità e incisività nella rete dei servizi sociali territoriali offerti alla persona non autosufficiente e che possa essere, da essa e dalla sua famiglia, prontamente esigibile. La delibera sarà “rodata” in un anno di sperimentazione, con la possibilità di apportare modifiche e integrazioni sulla base dei risultati che emergeranno da questo nuovo tipo di servizio alla persona ed alla famiglia. A valutare i risultati del provvedimento sarà uno specifico Gruppo di lavoro regionale, composto da funzionari della Regione, dell’Osservatorio regionale per le persone anziane, da rappresentanti delle Ullss, dei Comuni, delle associazioni di familiari delle persone con Alzheimer. Sulla filosofia generale del provvedimento, va evidenziato che la volontà della Regione è orientata a sostenere l’azione della famiglia che volontariamente intende assistere direttamente il proprio congiunto. Questo tipo di intervento domiciliare è particolarmente importante in quanto la permanenza in famiglia consente alla persona malata di godere del conforto del proprio ambiente e, complessivamente, di una condizione in genere preferibile alle strutture residenziali esterne e per il fatto che l’impegno della famiglia comporta un considerevole alleggerimento della domanda di ricovero in struttura residenziale consentendo una migliore gestione delle risorse disponibili nel settore sanitario e sociale. Per ottenere il contributo regionale la persona interessata (o, più spesso, il familiare) deve rivolgersi al distretto sociosanitario competente e presentare una specifica domanda. L’Ulss definirà poi la graduatoria degli aventi diritto, erogando il contributo in base alle risorse disponibili.


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