Il report sui Lea
Assistenza territoriale: cinque regioni dietro la lavagna
Secondo il ministero della Salute, Calabria, Sicilia, Campania, Sardegna e Valle d’Aosta non raggiungono la soglia minima nell’erogazione delle attività e dei servizi sanitari e sociosanitari diffusi sul territorio, un ambito che comprende ad esempio l’assistenza domiciliare integrata o le strutture residenziali per gli anziani
L’assistenza distrettuale (vale a dire le attività e i servizi sanitari e sociosanitari diffusi capillarmente sul territorio) zavorra i livelli essenziali di assistenza (Lea) in cinque regioni. Calabria, Sicilia, Campania, Sardegna e Valle d’Aosta non raggiungono la soglia minima nell’erogazione delle attività e dei servizi sanitari e sociosanitari diffusi sul territorio, un ambito che comprende ad esempio l’assistenza domiciliare integrata o le strutture residenziali per gli anziani. A renderlo noto è il Ministero della Salute che da poco ha pubblicato i risultati relativi al 2022 del Sistema di garanzia, lo strumento attraverso il quale il governo verifica che le cure siano assicurate in condizioni di qualità, appropriatezza e uniformità su tutto il territorio nei tre macro-livelli dell’assistenza distrettuale, ospedaliera e della prevenzione. Il dicastero guidato da Orazio Schillaci, che ha promosso tutte le Regioni, tranne la Valle d’Aosta, per i buoni risultati nell’area dell’assistenza ospedaliera, invece ha bocciato anche sette territori perché non superano il livello della sufficienza (60 punti su 100) nell’attività di prevenzione, un settore che va dai vaccini al controllo degli alimenti e degli animali. Vita ha provato a guardare i numeri dell’ambito distrettuale, il settore più vicino al non profit perché non pochi dei 33 indicatori presi in considerazione dal Ministero rappresentano attività di tipo sociosanitario realizzate con il contributo del non profit. Basti pensare al trasporto di emergenza. Il monitoraggio suddivide gli indicatori in due gruppi Core (7 parametri su 33) e No Core. Qui sotto è scaricabile l’allegato con il report integrale.
Entrando nel dettaglio del sottoinsieme di indicatori denominato Core, la Calabria totalizza complessivamente nell’assistenza distrettuale solo 34,88 punti seguita da Valle d’Aosta (47,25), Sardegna (50,45), Campania (55,76) e Sicilia (58,04). Non mancano le sorprese se si guardano più da vicino i singoli parametri.
L’Assistenza domiciliare integrata, ad esempio, risulta sotto la soglia di sufficienza in Calabria (3,54 punti), Friuli Venezia Giulia (23,91) e Valle d’Aosta (49,59) contro i 100 di Veneto, Emilia Romagna e Toscana. Dati non esaltanti, specie nel Meridione, anche per il numero di anziani con più di 75 anni non autosufficienti in trattamento sociosanitario residenziale in rapporto alla popolazione residente. La Campania è fanalino di coda col punteggio di 14,24. Meglio, anche se vengono “rimandate”, Basilicata (20,85) e Molise (34,16). Maluccio anche il Lazio con il risultato di 43,13. Restando nell’area “Core”, l’indicatore “Intervallo Allarme-Target dei mezzi di soccorso”, che misura la capacità tempestiva di risposta del sistema di emergenza e le performance del sistema 118, registra un generale miglioramento rispetto agli anni precedenti. Le criticità più evidenti (indicatore superiore o uguale a 23 minuti) si segnalano nelle Regioni Calabria (28 minuti), Basilicata (26) e Sardegna (25). L’Emilia Romagna e la Provincia di Bolzano sono invece al primo posto con soli 15 minuti di attesa.
Foto: Pexels
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