Welfare

Assistenti sociali: 1° rapporto sul loro lavoro

Molte le novità per questa categoria professionale, che conta 27mila operatori

di Gabriella Meroni

Ci sono in Italia 27.000 Assistenti sociali che operano nelle Istituzioni pubbliche (solo una minima parte esercita la libera professione) e nel privato-sociale (cooperative e imprese sociali, volontariato, ecc.) per aiutare tutti i cittadini e in particolare quelli che si trovano nelle situazioni di disagio. Non sono ”angeli custodi”,- rileva l’Ente italiano di Servizio sociale (Eiss) – ma operatori forniti di un diploma universitario, iscritti all’Albo dell’Ordine professionale degli Assistenti sociali, cui si accede con esami di Stato. Sono pochi e spesso mal pagati perche’ inseriti in livelli inadeguati della Pubblica Amministrazione, nonostante tutti apprezzino l’utilita’ del loro lavoro. Ora, per la prima volta in Italia – a cura dell’Ente Italiano di Servizio Sociale (EISS) e d’intesa con l’Ordine e le organizzazioni professionali degli Assistenti sociali – sara’ presentato a Roma, presso la sede del CNEL, un ”Rapporto sulla situazione del servizio sociale”, i cui curatori, assieme ad esperti e a rappresentanti della categoria, faranno il punto della situazione esistente e si avvarranno dei contenuti del ”Rapporto” stesso per avviare un dibattito sulle prospettive del servizio sociale in Italia. Una cosa e’ certa: molti e radicali cambiamenti si verificheranno nella categoria degli Assistenti sociali, soprattutto dopo l’entrata in vigore della legge quadro 328/2000 che riforma tutto il settore del Servizio sociale. Basti pensare che questi potra’, tra l’altro, gestire il Fondo nazionale per le politiche sociali per un totale di circa 1.000 miliardi l’anno. La stessa legge riconosce inoltre il ruolo del Terzo settore nella programmazione e nella gestione degli interventi sociali accanto alle Istituzioni pubbliche. Dal 10 novembre, infine, la riforma universitaria istituira’ i corsi di laurea in Servizio sociale; una conquista che consentira’ a molti giovani l’accesso ai quadri direttivi delle Istituzioni pubbliche e di elevare ulteriormente il livello di preparazione professionale di quanti operano nell’ambito delle politiche sociali.


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