Economia

Assicurazioni: L’etica bussa alla porta

Responsabilità sociale.Le compagnie alla prova

di Ida Cappiello

Oggi sono due i temi che tengono banco nel mondo delle assicurazioni: la previdenza integrativa e l?Rc auto. La prima, figlia della crisi del “primo pilastro” pubblico, è per le imprese assicurative una miniera di opportunità: un mercato in crescita, con un potenziale reso ricchissimo dalla possibilità, da poco introdotta nella legge di riforma, di investire il trattamento di fine rapporto oltre che nei fondi pensione di categoria, anche nei fondi aperti e nei piani pensionistici individuali (Pip). La seconda invece è un mercato maturo, caratterizzato da bassi profitti e da alta conflittualità: con i clienti, nella fase di liquidazione dei danni, ma anche con l?opinione pubblica a causa delle tariffe.

Investimenti etici
Recentemente la commissione Lavoro del Senato ha approvato un emendamento alla riforma pensionistica che introduce per i fondi pensione l?obbligo di esplicitare eventuali scelte di investimento socialmente responsabili. L?idea, lanciata dal Forum per la finanza sostenibile, segue l?esempio del Regno Unito e della Germania, dove norme simili hanno suscitato ampio dibattito nell?opinione pubblica e nella comunità finanziaria. Secondo l?Ania, l?associazione di categoria, che del Forum è socia (insieme all?Abi, ad alcune banche e a diverse realtà non profit), “si tratta di un?opportunità grandissima per cominciare un percorso di responsabilità d?impresa nel settore assicurativo. Se questa norma diventerà legge, infatti, potrà essere una carta vincente per le compagnie che vorranno entrare da protagonisti nel mercato della previdenza, dove l?equiparazione rispetto al tfr ha finalmente messo tutti i competitor sullo stesso piano”. Finora l?investimento etico è rimasto praticamente escluso dai portafogli delle assicurazioni, che pure muovono una massa di risorse finanziarie da brivido: oltre 300 miliardi di euro, sotto forma di riserve tecniche (imposte dalla legge per far fronte agli obblighi verso gli assicurati). Esistono solo, a quanto ci risulta, due prodotti: l?assicurazione di Genialloyd, la società internet del gruppo Ras, e la polizza previdenziale Unipol Insieme.
Un?ultima riflessione si impone. Oggi la non autosufficienza in tarda età, o una pensione da poveri, stanno diventando un rischio di massa, dunque un problema sociale, che le imprese assicurative sono chiamate ad affrontare in un?ottica di responsabilità e non solo di business, insieme ai governi e alla società civile. In Italia più che altrove, visto che la percezione dei rischi è molto bassa. “In questo Paese ci si tutela dai rischi con il cornetto o toccando ferro”, dice Francesco La Gioia, ad del gruppo Zurich. “Solo un quarto dei proprietari di casa assicura l?abitazione dai rischi di incendio, allagamento o furto. Pochissimi stipulano polizze a tutela del rischio morte, importanti per la protezione dei figli minori, e poco costose proprio nella fascia di età in cui si hanno bambini. Io credo che promuovere queste tutele abbia una valenza sociale”.

Ramo auto nel mirino
Il ramo danni da incidenti automobilistici è da tempo nel mirino delle associazioni di consumatori. La liberalizzazione dei prezzi introdotta nel 2001 (fino allora le tariffe erano vincolate) non ha affatto portato più concorrenza, ma al contrario aumenti a due cifre. Nell?ultima relazione del ministero dell?Industria, basata su dati Isvap, si legge: “Dalla fine del blocco si verifica un aumento delle tariffe medie rispetto a ciascun trimestre precedente: nel secondo trimestre 2001 l?aumento per l?Rca è stato del 14,7%, nel terzo del 16%, nel quarto del 16% e nel primo trimestre 2002 addirittura del 18,5%”. L?anno successivo gli aumenti si aggiravano intorno al 9% al trimestre. Da qui le accuse alle compagnie di accordi oligopolistici per tenere i prezzi alti e impedire la confrontabilità tra le polizze. Qualcosa però ha cominciato finalmente a cambiare: l?intervento del governo non ha ancora invertito la tendenza all?aumento, ma l?ha rallentata molto, fino all?1,8% di inizio 2004.
Un?altra ben nota fonte di conflitti è la liquidazione dei sinistri auto, dove la regola è il gioco al ribasso delle aziende sui costi delle riparazioni. Una soluzione ci sarebbe, spiega Riccardo Ottaviano, docente di Tecnica delle assicurazioni alla Cattolica di Milano e alla Sapienza di Roma. “Da noi il danneggiato viene risarcito dalla compagnia del danneggiante, cioè da un illustre sconosciuto. All?estero invece si usa l?indennizzo diretto: si viene risarciti dalla propria compagnia. In Italia questo sistema è applicabile, ma solo per i piccoli incidenti. Basterebbe introdurlo su larga scala, per cancellare molte diffidenze”.

L?ISVAP E LA DIFESA DEI DIRITTI
Nell?ultima audizione parlamentare, il presidente dell?Isvap, Giancarlo Giannini ha chiesto di salvaguardare l?autonomia dell?istituto all?interno della riforma del risparmio. La richiesta è giustificata dall?attivismo dimostrato nel dialogo con gli utenti. Spiega Giannini: “Il Servizio tutela utenti, unica esperienza nazionale di salvaguardia dei diritti dell?utenza istituita presso un?Autorità di controllo, raccoglie le doglianze dei consumatori e, quindi, rileva le aree di inefficienza delle compagnie. Nel 2003 l?Isvap ha fatto fronte a 33.500 reclami; sono state inoltre fornite oltre 26mila assistenze telefoniche e 635 utenti sono stati ricevuti”. Ma l?Isvap, in base alla legge, garantisce anche la solidità del sistema con vincoli molto rigidi per le compagnie, che non possono, ad esempio, investire oltre il 5% delle riserve in una sola impresa, e subiscono limiti specifici all?investimento per alcuni prodotti.

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