Economia
Assicurazioni, che salasso
Paghiamo più di tutti, il doppio di Francia e Germania. E abbiamo meno servizi
L’ammette anche l’Isvap. E a chiare lettere. In Italia il premio assicurativo per le automobili è alle stelle. In pratica doppio rispetto a paesi europei in cui la vita costa di più. Di contro abbiamo meno servizi. La protesta dei consumatori.
Gli italiani pagano doppio
Nel Belpaese si spendono 407 euro di Rc auto l’anno. Appena al di là del confine, i cugini francesi ne pagano 172 mentre i tedeschi 222. In Spagna, infine, assicurare l’auto costa 229 euro l’anno. «Gli aumenti non sono la risposta corretta in un mercato in cui c’e’ l’obbligo assicurativo», ha commentato l’Isvap (Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo) nella sua relazione annuale aggiungendo che da noi anche gli aumenti sono assai più alti della media europea. L’impennata italiana è arrivata al 17,9 % contro il 7,11% in Europa in Germania il saldo è addirittura negativo mentre in Francia gli aumenti sono appena dell’1-2 per cento). Sempre secondo l’Isvap il rapporto reclami – sinistri è peggiorato pesantemente (la stima è al 77%) mentre nell’ultimo quinquennio il numero degli uffici di liquidazione sul territorio è diminuito del 30%. Un bilancio dunque estremamente negativo che non ha mancato di suscitare reazioni.
Grazie, lo sapevamo già
Le associazioni dei consumatori, ovviamente, di fronte a un quadro così fosco non hanno lesinato critiche. Cittadinanza attiva ad esempio ha emanato un comunicato dal titolo impietoso: «l’autorità certifica la sua incapacità di vigilanza e regolamentazione». E se il buongiorno si vede dal mattino, ecco l’associazione proseguire sottolineando le denunce dei cittadini: «Costi elevati, mancanza di trasparenza e modifiche unilaterali delle condizioni contrattuali; violazioni del diritto di recesso e presenza di clausole vessatorie nei contratti; informazioni pre-contrattuali poco chiare e mancanza di adeguate tutele». Non basta denunciare gli alti costi delle polizze: «Grazie, ma lo sapevamo già», manda a dire vicesegretario generale di Cittadinanza attiva, Antonio Gaudioso, «Se la liberalizzazione del settore e le recenti norme a favore della concorrenza non hanno prodotto benefici positivi né hanno inciso sui premi è anche per una dubbia capacità dell’Istituto presieduto da Giancarlo Giannini di vigilare e regolamentare adeguatamente un settore dominato da alti costi e scarse tutele. Su un aspetto, in ogni caso, concordiamo: il settore assicurativo è il tallone d’Achille tra i servizi di pubblica utilità in Italia».
Critiche anche dall’Aduc che sottolinea: «Un situazione che non può che provocare disagi, disaffezione e, sostanzialmente, illegalità». Questo, prosegue l’associazione, «è il risultato di un mercato schizofrenico in cui all’obbligo di contrarre l’assicurazione corrisponde la libertà degli operatori nel fissare i propri prezzi. Quindi abbiamo utenti scontenti per i prezzi troppo alti e per i vari lacciuoli e disservizi». Non c’è che decidere che fare. O abolire l’obbligatorietà (lasciando al singolo la possibilità di decidere se assicurarsi o meno) o introdurre meccanismi per calmierare i costi.
Leggi la guida Rc Auto redatta in collaborazione con Movimento Consumatori
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.