Sostenibilità
Assedio di cemento
qui circeo La denuncia del presidente dell'Ente parco Gaetano Benedetto: legalità calpestata
di Redazione
Nell’area protetta, una media di circa due abusi per ogni ettaro di territorio. In attesa di condono… S ono 12.200 le pratiche di condono che giacciono negli uffici dei Comuni di San Felice Circeo (7.700) e Sabaudia (4.400), di cui 3.331 riguardanti abusi ricadenti nelle aree dell’Ente Parco nazionale del Circeo. Abusi per circa 1,2 milioni di metri cubi complessivi. Una mole di pratiche definita dai nuovi vertici dell’Ente parco «mostruosa». Istituito nel 1934, il Circeo è stato l’ultimo dei parchi storici ad adeguarsi alle prescrizioni della legge quadro sulle aree protette del 1991. Dopo anni di commissariamento, nel luglio 2007, con la nomina del presidente, si sono insediati gli organi direttivi. «Abbiamo trovato una situazione estremamente difficile», dice Gaetano Benedetto , presidente dell’Ente Parco, «al Circeo la legge è come se fosse stata di volta in volta adattata creando una situazione di pesante illegittimità di moltissime attività economiche sulle quali oggi occorre decidere come procedere».
Stabilimenti balneari che da stagionali si sono trasformati in permanenti senza le necessarie autorizzazioni ambientali, strutture realizzate al di fuori delle concessioni demaniali, ettari di serre installate anche in zona di tutela integrale senza alcun permesso, un porticciolo di centinaia di barche completamente abusivo nel Lago di Sabaudia, concessioni rilasciate senza il parere del Parco, numerose omissioni dalla procedura di valutazione d’incidenza, richieste di annullamento dei vincoli, ipotesi progettuali stravolgenti. I problemi nascono da un atteggiamento teso a considerare tutte le situazioni pregresse come diritti acquisiti. Per molte attività produttive non autorizzate e in aree vincolate, il Parco sta lavorando per la delocalizzazione.
«È come se ogni cittadino di San Felice, neonato o vecchio che sia, avesse sulla sua testa una pratica di condono. Migliore la percentuale per Sabaudia, dove una pratica di condono è ogni 3 o 4 cittadini. Sappiamo bene che questa è una finzione statistica poiché molte pratiche sono relative ad immobili di persone non residenti, ma comunque l’abuso commesso pesa su questi comuni e quindi su tutti i cittadini residenti. Considerando solo il territorio del Parco, se si escludono la foresta, le aree lacuali e quelle ricadenti nel Comune di Latina, abbiamo una media di circa due abusi per ogni ettaro di territorio».
Come procedere? «Intanto cominciando a rigettare subito le 400 pratiche relative ad abusi commessi nel Parco dopo il 31 dicembre 1993, abusi che per legge sono incondonabili». Infatti, a differenza di quelli precedenti, l’ultimo condono (che tratta gli abusi edilizi successivi al primo gennaio 1994 e comunque realizzati non oltre il 31 marzo 2003) non consente la possibilità di sanare gli abusi nelle aree protette. «Spero davvero che i Comuni che legittimamente parlano di nuovi piani regolatori tengano conto, tra le altre cose, che esiste una pesantissima situazione pregressa ancora da definire», conclude Benedetto. «Occorre decidere il destino delle cubature abusive prime di decidere di aggiungerne di nuove».
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