Leggi

Assalto alla 180. L’ultima parola va alle regioni

Una bozza di linee guida sulla malattia mentale é allo studio dei presidenti regionali.

di Benedetta Verrini

Si parla già di un rischio ?controriforma psichiatrica? riguardo alla bozza di Linee guida sull?applicazione di accertamenti e trattamenti sanitari obbligatori per la malattia mentale che la Conferenza permanente Stato-Regioni ha inviato, a fine maggio, a tutti i presidenti delle Regioni. Il testo, diffuso all?inizio di luglio, è stato definito ?di eccezionale gravità? da Psichiatria democratica (Pd) e ha suscitato l?allarme del mondo della cooperazione sociale (la coop sociale Itaca di Pordenone ha subito emesso un comunicato). «Queste Linee guida sono un tentativo, da parte del governo, di introdurre quelle misure già contenute nella proposta di legge Burani- Procaccini», spiega il segretario nazionale di Pd, Emilio Lupo, «caratterizzate da aspetti pesantemente illiberali, che rilanciano le strutture della cronicità, insieme agli interessi dei privati». Si comincia con l?Accertamento sanitario obbligatorio (Aso), procedura che porta all?accompagnamento del malato in ambulatorio per una visita. Nella bozza questa misura può essere utilizzata dallo psichiatra anche quando si verifica «il rifiuto del soggetto interessato a recarsi presso il Servizio?, laddove si sia realizzata un?interruzione non concordata del programma terapeutico e ciò possa determinare una prevedibile riacutizzazione o ricaduta sintomatologica». «Basterebbe», obietta Lupo, «che il paziente si rifiuti di recarsi al Servizio per costringerlo a sottoporsi obbligatoriamente all?accertamento sanitario: un?illegalità enorme, che mette in gioco la libertà personale». Stessa ?filosofia? coercitiva per il Trattamento sanitario obbligatorio (Tso) che è la misura con cui il medico può proporre il ricovero del malato anche contro la sua volontà (proposta che deve poi essere convalidata da un altro medico). Le nuove indicazioni vorrebbero che il Tso extraospedaliero possa realizzarsi presso strutture semiresidenziali o residenziali afferenti al Dipartimento di salute mentale. «Possono mai essere trattati i pazienti acuti in strutture deputate alla riabilitazione, come sono appunto quelle residenziali e semiresidenziali?», si chiede Lupo. «E come può una struttura semiresidenziale, che è attiva solo di giorno, trattare un paziente in Tso che necessita di cure 24 ore su 24?». Ma c?è di più: le Linee guida prevedono che anche il tutore della persona malata possa chiedere al giudice tutelare la collocazione in una struttura extraospedaliera in cui proseguire il Tso. «Il tutore non può assolutamente fare una cosa del genere, poiché solo il medico può proporre la prosecuzione del Tso», avverte Lupo. «Questo è in contraddizione anche con il trend della recente legge sull?amministratore di sostegno, che ha iniziato a valorizzare le capacità cognitive e volitive dei soggetti con problemi di tipo psichico, gli interdicendi e gli inabilitandi». L?ultima parola ora spetta ai presidenti delle Regioni. «Li invitiamo ad assumersi la responsabilità di respingere questi contenuti, tutti protesi ad enfatizzare il potere psichiatrico e le sue istituzioni, nello spregio della dignità e della soggettività di chi soffre», avverte Lupo. «Si deve invece continuare nel percorso, iniziato più di vent?anni fa, dell?impegno durissimo per costruire nuovi servizi territoriali efficaci, residenze decorose, luoghi di aggregazione per chi è in difficoltà». Il punto Una bozza di Linee guida sulla malattia mentale è attualmente al vaglio dei Presidenti delle Regioni. L?associazione Psichiatria Democratica la giudica «preoccupante» per i diritti dei malati, perché riprende l?impianto della pdl Burani Procaccini (C.174).

PSICHIATRIA DEMOCRATICA


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA