Compare oggi sul sito del Ministero del lavoro e delle politiche sociali la notizia che sranno finanziati con 9 milioni di euro 73 progetti presentati sul secondo bando di Fertilità. 9.000.000:73=123.287 euro a progetto (in media). Non molto, considerando l’architettura complessa e innovativa di Fertilità dove le risorse economiche servono per costruire o rafforzare scambi di know-how tra imprese sociali che agiscono in veste di promototrici dell’iniziativa ed altre che fanno da beneficiarie (spesso in “grappoli” e su aree territoriali non limitrofe). Era meglio, con un pò di coraggio, mettere più risorse o, impossibilitati a farlo, finanziare meno progetti ma con più denaro, scommettendo sul loro “effetto leva”. Anche perché si tratta di progetti dove la dimensione di rete è requisito strutturale per accedere alle risorse. Ma forse serviva troppo coraggio. Due note finali. 1) Il primo bando Fertilità è diventato “famoso” presso gli addetti ai lavori per la lentezza delle procedure di selezione e di finanziamento. Non sembra che le cose siano cambiate molto. Se non leggo male il secondo bando si è chiuso il 20 ottobre 2006 e i finanziamenti verranno erogati, peraltro parzialmente, solo da oggi! 2) Il bando poteva essere utilizzato per finanziare non solo l’innovazione di prodotto delle cooperative sociali (che hanno fatto la parte del leone), ma anche lo start-up di modelli diversi di impresa sociale a vantaggio dell’applicazione della nuova normativa. E’ vero i decreti attuativi sono arrivati tardi, però nel frattempo si poteva finanziare qualche buona prassi capace di fare emulazione.
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