Welfare

Asilo politico: attuazione Bossi-Fini, proteste del volontariato

L'Italia sarà l'unico paese europeo in cui i potenziali rifugiati verranno privati della loro libertà personale

di A. Capannini

E’ entrato ufficialmente in vigore il regolamento d’attuazione della legge Bossi-Fini che riscrive le procedure per accedere al riconoscimento dello status di rifugiato: una questione che riguarda ogni anno tra le dieci e le ventimila persone.
I richiedenti asilo potranno essere trattenuti in centri chiusi – nonostante sia il parere contrario di Consiglio di stato e della Conferenza Stato-regioni.
Le domande non verranno più esaminate dalla commissione nazionale –
che ha sede a Roma – ma da sette Commissioni territoriali costituite un rappresentante della Prefettura, uno della questura e uno della conferenza Stato-città e un rappresentante dell’Alto commissariato
delle Nazioni unite per i rifugiatiche. Le commissioni si insedieranno a Gorizia, Milano, Roma, Foggia, Siracusa, Crotone e Trapani.
Alla Commissione nazionale rimane un compito di coordinamento.

Saranno trattenuti – per un massimo di venti giorni – tutti i
richiedenti asilo che verranno fermati dalla polizia per avere “eluso o
tentato di eludere il controllo di frontiera”; o chi “può” essere trattenuto “per il tempo strettamente necessario”, ad esempio chi deve essere identificato perché non ha documenti con sé.
Queste due categorie di persone vivranno in un centro a tutti gli effetti chiuso, molto simile ai centri di permanenza temporanea, con la sola eccezione che non ci sarà nemmeno la convalida del trattenimento
da parte del giudice di pace. Inoltre, non avranno in mano un permesso di
soggiorno, ma un mero attestato nominativo.

Le associazioni che si occupano di immigrazione esprimono perplessità. La Caritas ha parlato di “un regolamento in cui prevale la versione restrittiva della legge”. Il Cir adombra profili di incostituzionalità. L’Arci parla di “criminalizzazione”. L’Ics fa notare che l’Italia sarà l’unico paese europeo in cui i potenziali rifugiati verranno privati della loro libertà personale.

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