Infanzia
Asili nido, meno di un bambino su cinque riesce ad accedervi
Secondo il rapporto sui servizi pubblici del Cnel, in Italia la copertura media degli asili nido per le Regioni a statuto ordinario è del 16,4% con grandissime differenze tra le varie zone. La città con maggiore disponibilità di posti è Bologna (31,4%), quelle agli ultimi posti Catanzaro e Caserta (meno del 2%)
di Redazione
In Italia, in media, il 16,4% dei bambini di età compresa tra zero e due anni ha la possibilità di accedere agli asili nido nelle Regioni a statuto ordinario. C’è tuttavia una fortissima oscillazione tra le diverse zone. Il massimo della copertura, il 29,9% si ha nei Comuni di oltre 100mila abitanti del Centro, seguiti dai grandi Comuni del Nord-Est (28.7%) e del Nord-Ovest(26.7%). Fanalino di coda sono i Comuni con meno di 3mila abitanti del Sud che rimangono al 4,8%. Non molto migliore la situazione dei grandi Comuni della stessa area, che garantiscono solo una copertura dell’8%, meno di un terzo rispetto ai centri abitati delle stesse dimensioni a livello nazionale. È questa la realtà fotografata nella Relazione annuale del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro – Cnel sui servizi pubblici.
In testa Emilia Romagna e Toscana, agli ultimi posti Catanzaro e Caserta
La mappa per Provincia pone chiaramente in evidenza come i livelli di copertura della domanda potenziale siano particolarmente elevati in Emilia-Romagna e Toscana, a cui appartengono i territori provinciali che si pongono nei primi dieci posti: Bologna al primo posto con 31,4%, Rimini al secondo con 29,9%, Reggio nell’Emilia al terzo 29,3%. Catanzaro e Caserta raggiungono invece valori al di sotto del 2%, i peggiori fra gli ottantasei territori provinciali monitorati. Per quanto all’interno delle Regioni i dati siano piuttosto coerenti, ci sono delle eccezioni. In Lombardia, per esempio, Sondrio si attesta al 10,6% mentre Milano raggiunge il 25,2, con una media globale regionale del 19,8%. In Lazio, a fronte di una media del 20,7% si va dal minimo di Latina (8,9%) al massimo di Roma (23,9%). In Puglia, Barletta-Andria-Trani resta al 5,6%, mentre Taranto arriva al 17,8%.
Differenze anche nelle spese per le famiglie, da un minimo di 3mila euro annui a utente nel Molise a oltre 10mila nel Lazio
Il servizio Nido ha un peso finanziario mediamente di 8.034 euro per bambino servito, con punte minime di 3.056 euro in Molise e massime di 10.492 euro nel Lazio. La spesa unitaria è decisamente più elevata nei Comuni con oltre 60mila abitanti, in cui la spesa media – 10mila euro – è poco meno del triplo di quella dei Comuni fino a 3mila abitanti. Possono essere individuati quattro gruppi: a) i grandi Comuni del Centro e del Nord che spendono fra gli otto e i 13 mila euro a utente e che possiedono un tasso di copertura della domanda potenziale attorno al 25% in media; b) i Comuni da 10mila a 6mila abitanti del Centro e del Nord che spendono fra i 6 e i 7 mila euro e che hanno un tasso di copertura della domanda potenziale del 18,6% in media; c) i piccoli Comuni e quelli tra 10 mila e 20 mila abitanti del Sud, che contengono ulteriormente il costo per singolo bambino e con una performance di copertura sotto la media italiana; d) i grandi Comuni che osservano una performance di copertura sotto la media italiana, ma con costi unitari piuttosto elevati, oltre i 10 mila euro.
Foto in apertura da Pixabay
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