Famiglia

Asili nido e gestione low cost

Riduzione dei costi di gestione fino al 46%

di Associazione Istituto Cortivo

La Corte dei conti – Sezione regionale di controllo per la Liguria ha approvato la relazione sulla gestione degli asili nido in 23 Comuni della Liguria (Delibera 14/2008 del 2 ottobre 2008).

La Corte ha evidenziato che non tutti i comuni hanno rispettato in pieno la normativa e che non sempre la gestione degli asili nido appare conforme ai livelli qualitativi previsti dalla delibera di riferimento della Giunta regionale.

Fra le criticità riscontrate: l’utilizzo di strutture non sempre adeguate, la tendenza a utilizzare meno personale negli asili in cui il servizio è affidato in gestione a terzi, la carente informazione e partecipazione delle famiglie circa i requisiti di accesso e, in primis, il costo annuale del singolo posto-bambino che risulta mediamente inferiore negli asili nidi di maggiori dimensioni rispetto a quelli con minore capienza.

L’analisi della Corte dei Conti della Liguria è rivolta anche a verificare la gestione degli asili nido pubblici (comunali) in rapporto a quelli privati (cooperative sociali e non profit) durante gli anni scolastici 2003/2006. Emergono dati molto interessanti, che inducono a qualche riflessione.

L’indicatore del costo di gestione è quello che balza subito evidente, riservando la sorpresa maggiore: gli asili nido gestiti in proprio dai Comuni costano quasi il doppio di quelli condotti dalle strutture private. Infatti, le strutture comunali, gestite cioè in proprio dall’ente territoriale pubblico, costano ben 13.760 euro per ogni posto per bambino, mentre le analoghe strutture del terzo settore (privato non profit) costano 7.399 euro. A un livello intermedio (10.877 euro) si attestano le strutture miste, vale a dire gestite dal Comune che si avvale di fornitori di servizi esterni per alcuni servizi come la mensa, le pulizie ecc.;

Esaminando i dati degli indicatori più significativi presi in esame dalle verifiche contabili, emergono altre soprese, con cifre che forse non ci aspetteremmo di leggere:

– il rapporto fra educatori e bambini, comunque contenuto nella soglia massima (6 bambini per educatore) fissata con delibera regionale, è di 4,5 bambini per educatore nei nidi municipali, indicatore che sale a 5,9 nei nidi privati, giacché -come taluni affermano- il contratto di lavoro pubblico costringe le amministrazioni a utilizzare più personale di quanto ne impieghino le strutture private o miste;
– il personale delle cooperative sociali tuttavia fa meno assenze (93,9% di presenza in servizio) rispetto a quello comunale (88,8% di presenza in servizio);
– i pasti costano 9 euro se la gestione della mensa è comunale, 7 euro se il servizio è dato in appalto a ditte esterne;
– l’età media degli educatori comunali è maggiore di quella del personale del terzo settore, cioè degli asili privati e non profit;
– quanto alle rette, si passa dai 1.286 euro degli asili comunali, gestiti in proprio, ai 1.594 euro per le strutture private, benché proprio le strutture che scontano costi maggiori (comunali) abbiano un importo medio della retta inferiore, e conseguentemente una minore percentuale di compartecipazione alla spesa;

La magistratura contabile fa infine notare che le differenti modalità di gestione a volte dipendono da situazioni di fatto che risultano difficilmente modificabili, come la presenza di personale comunale di ruolo, che non può essere esonerato. La richiamata maggiore rigidità del contratto di lavoro pubblico degli educatori comunali talvolta determina una minore flessibilità ed efficienza nella gestione dell’orario, secondo quanto affermano i responsabili delle strutture private e non profit, costringendo così le amministrazioni locali a utilizzare più personale.
Questo dovrebbe offrire un livello di esperienza personale maggiore, derivante dal maggior numero di anni di servizio, che però significa anche maggiore età anagrafica (nel privato sociale opera solitamente personale di 25-30 anni).
Maggiore età ed esperienza di servizio non sempre però garantiscono il possesso di maggiore competenza, poiché nelle strutture affidate a privati le ore annuali di aggiornamento del personale sono 38, mentre in quelle comunali scendono a 26.

Fonti:

Articolo “Nidi, non profit low cost” di F.Dente, in Vita Non profit Magazine del 21.11.2008

Testo dela relazione

http://www.corteconti.it/Ricerca-e-1/Gli-Atti-d/Controllo-/Documenti/Sezioni-re/Liguria/Delibere/Anno-2008/all-14-08/Relazione-definitiva-asili-nido1.doc_cvt.htm#_Toc211752778


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