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Asili nido, arriva la legge quadro

Il Comitato ristretto istituito dalla Commissione affari sociali ha elaborato e presentato un testo unico sugli asili nido.

di Redazione

Camera: il Comitato ristretto istituito dalla Commissione affari sociali ha elaborato e presentato un testo unico sugli asili nido. Sei i progetti di legge sull’argomento che sono stati unificati in questa proposta di “legge-quadro”, in particolare si tratta dei ddl 888, 2803, 3893, 4383, 5847 e quello proposto dal governo n. 5838. Il testo unificato proposto dal comitato ristretto è stato assunto come testo base dalla Commissione. Si vuol mettere mano al sistema dei nidi d’infanzia con le “Norme per lo sviluppo e la qualificazione di un sistema di servizi per la prima infanzia”, proposta di legge quadro accolta dalla Commissione affari sociali. Il Ddl vuole disciplinare i servizi per la prima infanzia. Viene prevista la partecipazione delle famiglie alle scelte educative nonché al costo di gestione dei servizi, la continuità con gli altri servizi educativi e con la scuola dell’infanzia, oltre che la cooperazione con i servizi sociali e sanitari e la libertà di scelta fra i servizi accreditati. Il nido d’infanzia viene definito “un servizio educativo e sociale di interesse pubblico” che “garantisce il diritto all’inserimento delle bambine e dei bambini disabili, ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104, svolge azioni di prevenzione contro ogni forma di emarginazione derivante da svantaggio psico-fisico e sociale” (art. 3 comma 1). Tra le funzioni dell’asilo nido rientrano anche il sostegno ai genitori e in particolare alle famiglie monoparentali nella cura dei figli, “anche al fine di facilitare l’accesso delle donne al lavoro e per promuovere la conciliazione tra le scelte professionali e familiari, in un quadro di pari opportunità” (art. 3 comma 3 lettera b). Viene inoltre introdotta la flessibilità organizzativa e la possibilità di istituire micro-nidi d’infanzia per l’accoglienza di un numero ridotto di bambini. Tra i servizi integrativi sono previsti centri per bambini e genitori, spazi di accoglienza per i piccoli di età tra i diciotto e i trentasei mesi per al massimo cinque ore giornaliere. L’accesso ai servizi dei nidi viene aperto senza alcuna distinzione anche ai bambini non stabilmente residenti in Italia.Viene sottolineato che il servizio non rientra tra quelli pubblici a domanda individuale. Per la copertura finanziaria, la Commissione ha fatto riferimento alla proposta contenuta nel ddl governativo che individua in 300 miliardi l’onere derivante dall’attuazione della legge.


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