Volontariato
Artificiale? È solo una chimera
I giornali ne hanno parlato diffusamente, ma gli esperti rivelano: tempi lunghissimi ed esiti incerti
Rivoluzione sangue, arriva quello artificiale. La grancassa mediatica nei giorni scorsi non si è fatto sfuggire un piatto così succulento. Tanto che la notizia ha guadagnato in un batter di ciglia molto spazio sulle pagine delle maggiori testate italiane. Ma non solo. Qualcuno del milione e 600mila donatori che assicurano le 11mila trasfusioni di cui gli italiani hanno bisogno ogni giorno, si è perfino chiesto: «A questo punto io a che servo?». Domanda legittima, quanto inopportuna: i volontari del sangue sono e continueranno ad essere un architrave essenziale. «I coordinatori territoriali di Fratres, stanno spiegando proprio questo ai nostri 150mila sostenitori: per loro non cambia niente», rivela il presidente nazionale Luigi Cardini. Un lavoro che l’associazione condivide con l’Avis (oltre un milione di soci donatori). Spiega il numero uno Andrea Tieghi: «Non credo che accuseremo alcun contraccolpo, anche perché ai nostri soci stiamo spiegando che il sangue artificiale se – e quando – arriverà non sarà in alcun modo sostitutivo di quello umano». E qui sta il punto.
A mettere i puntini sulle i è lo stesso Giuliano Grazzini, direttore del Centro nazionale sangue dell’Istituto superiore di sanità…
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