Legge di bilancio 2025
Articolo 112, Iva e 5 per mille, il governo «pronto a sostenere il Terzo settore»
Legge di bilancio e Terzo settore: in attesa della pubblicazione del fascicolo con tutti i 4.562 emendamenti presentati, ecco il punto sui tre temi chiave che più preoccupano il mondo del sociale. Con gli impegni del viceministro Maria Teresa Bellucci
«Voglio rassicurare il mondo della solidarietà sociale che seguirò con particolare attenzione l’iter parlamentare della Legge di Bilancio. Sarà l’occasione per perfezionarne alcuni aspetti e, segnatamente, intervenire sull’articolo 112 che rischia di mettere in difficoltà gli enti del Terzo settore che hanno ricevuto un riconoscimento pubblico di 100mila euro. Ci tengo a ribadire che il nostro obiettivo è quello di semplificare la vita degli enti e lo abbiamo già dimostrato con la legge 104 del 2024, contenente il primo significativo pacchetto di semplificazioni che lo stesso mondo del Terzo settore chiedeva da tempo»: Maria Teresa Bellucci, viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del Governo Meloni, risponde così alla grande preoccupazione che l’articolo 112 del DDL Bilancio ha scatenato tra gli enti del Terzo settore e nel mondo non profit.
Voglio rassicurare il mondo della solidarietà sociale che seguirò con particolare attenzione l’iter parlamentare della Legge di Bilancio. Sarà l’occasione per perfezionarne alcuni aspetti e, segnatamente, intervenire sull’articolo 112 che rischia di mettere in difficoltà gli enti del Terzo settore
Maria Teresa Bellucci
Cancellazione dell’articolo 112
Non un’intervista, ma comunque un messaggio tranquillizzante a fronte di un articolo francamente inspiegabile: il DDL di Bilancio introdurrebbe l’obbligo di avere un rappresentante del ministero dell’Economia e delle Finanze nei collegi di revisione o sindacali di società, enti, organismi e fondazioni che ricevono, anche in modo indiretto e sotto qualsiasi forma più di 100mila euro l’anno di contributi statali. «Un’ingerenza indebita da parte dello Stato», «una misura sproporzionata», «una preoccupante modalità di condizionamento rispetto all’autonomia delle realtà destinate ad operare nell’interesse collettivo», «una misura anacronistica e illiberale», è stata definita su VITA da tanti commentatori: senza pensare che la soglia di 100mila euro annui renderebbe la norma applicabile a migliaia di organizzazioni in Italia, cosa che rende letteralmente irrealistica la presenza di un rappresentante del ministero dell’Economia e delle Finanze in ciascuno di essi (leggi qui l’intervento di Gabriele Sepio, qui quello di Raffaella Pannuti, qui quello di Avsi).
Il viceministro Bellucci aggiunge che «il ministro Giorgetti si è dichiarato apertissimo a qualsiasi proposta, mantenendo il principio del buon uso dei denari pubblici. Come viceministro con specifica delega alle Politiche Sociali, continuerò a impegnarmi per sostenere il valore della solidarietà».
Innalzamento del tetto del 5 per mille
Era luglio quando il viceministro a VITA disse che «è volontà di questo governo valorizzare le scelte dei contribuenti e quindi lavorare su un aumento dell’autorizzazione alla spesa. Stiamo lavorando con il ministero dell’Economia e delle Finanze e con l’Agenzia delle Entrate e per verificare un intervento normativo che possa consentirlo e auspichiamo che sia possibile con la manovra di bilancio».
Sul fronte dell’innalzamento del tetto del 5 per mille, necessario per garantire il rispetto effettivo delle scelte dei contribuenti, dal governo non è giunto nessun emendamento. Si fa però molto affidamento su un emendamento presentato da Fratelli d’Italia, che prevede l’innalzamento di 50 milioni di euro dell’attuale tetto di 525 milioni. «Posso certamente dire che seguiremo tale iniziativa con molto interesse», afferma ora il viceministro Bellucci. «L’innalzamento del tetto previsto risponde alla necessità di dare maggiormente seguito alle scelte dei contribuenti e sostenere l’azione degli enti del Terzo Settore che partecipano attivamente alla costruzione del bene comune».
L’innalzamento del tetto previsto risponde alla necessità di dare maggiormente seguito alle scelte dei contribuenti e sostenere l’azione degli enti del Terzo Settore
Maria Teresa Bellucci
Dal 2017 ad oggi, per effetto del tetto, c’è stata una mancata distribuzione di risorse al Terzo settore che supera gli 81 milioni di euro, di cui quasi 28 solo nell’ultima edizione. Il Forum del Terzo settore, nella sua audizione in Commissione, aveva chiesto sia l’innalzamento del tetto sia la possibilità di comunicare alle organizzazioni il nome del contribuente (previa sua autorizzazione).
Il 31 ottobre, rispondendo a un’interrogazione parlamentare presentata da Virginio Merola (Pd), la sottosegretaria di Stato per l’economia e le finanze Lucia Albano sull’eventuale innalzamento del tetto aveva detto che «ferma restando la necessità di intervenire con specifica disposizione normativa di rango primario per la quale dovrà essere individuata idonea copertura finanziaria, ribadendo quanto già comunicato all’Assemblea della Camera lo scorso 10 luglio dal ministro dell’economia e delle finanze, il Governo valuterà – come già fatto in passato – le necessarie iniziative legislative per incrementare le suddette autorizzazioni di spesa, al fine di tener conto dell’evoluzione del dato relativo alle scelte dei contribuenti».
Differimento delle nuove norme sull’Iva
Ancora tutto sospeso invece sul fronte Iva. Dal viceministro Leo, sollecitato da VITA ancora pochi giorni fa, non è giunta una presa di posizione pubblica. Nella maggioranza, Forza Italia dovrebbe aver presentato un emendamento per il differimento della modifica del regima Iva per il Terzo settore. Il congelamento dello status quo, in attesa del “pacchetto fiscale” completo, resta in effetti la voce più accreditata. Secondo i rumors il rinvio dovrebbe essere di altri due anni.
Photo by Roberto Monaldo / LaPresse
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