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Arte africana: si riaccende il dibattito sulla restituzione delle opere sottratte
L'Università di Aberdeen restituirà un bronzo del Benin sottratto dai soldati britannici in uno dei più noti esempi di saccheggio dei tesori culturali associati all'espansione coloniale europea del XIX secolo. Un gesto che si colloca nel dibattito, sempre più acceso, sulla ricollocazione dei manufatti artistici
di Marco Dotti
Furono migliaia le sculture e gli intagli in metallo e avorio saccheggiati dalle forze britanniche nel 1897, durante la distruzione di Benin City, nell'attuale Nigeria, da parte di una spedizione militare britannica.
Opere che furono non solo collocate nei musei europei, ma vendute alimentando collezionismo privato e corruzione. Molti manufatti vennero poi battuti all’asta, finendo per disperdere un patrimonio unico e importante. Attorno a questi oggetti d’arte, negli ultimi anni, è cresciuta una consapevolezza: sono diventati la materializzazione di un’ingiustizia e, come tali, andrebbero restituiti compensando solo in parte il danno prodotto.
È quanto si appresta a fare l'Università di Aberdeen, in Scozia, che nel 1957, in un modo riconosciuto «estremamente immorale», aggiunse alla propria collezione una testa di Oba (un re).
La scultura venne stata acquistata dall'Università ad un'asta ed è considerata un superbo esempio di arte del periodo tardo di Benin. Benin City era infatti il centro di un potente e duraturo regno in Africa occidentale del popolo Edo, rinomato per la sua tradizione di lavorazione dei metalli di alta qualità almeno dal XVII secolo.
L'espansione del commercio britannico e del controllo coloniale alla fine del XIX secolo la portò in conflitto con il regno di Benin, portando infine, nel 1897, la città ad essere attaccata e distrutta da una spedizione militare britannica, la cosiddetta Benin Punitive Expedition, con molti abitanti uccisi. Il palazzo reale fu bruciato e saccheggiato, e l'Oba, Ovonramwen Nogbaisi, esiliato. Le migliaia di tesori religiosi e culturali sequestrati sono diventati noti come i bronzi del Benin.
La scorsa settimana, il consiglio di amministrazione dell'Università ha deciso per la restituzione incondizionata del bronzo del Benin alla Nigeria. Il professor George Boyne, preside e vice-cancelliere dell'Università di Aberdeen ha spiegato che «non sarebbe stato giusto conservare un oggetto di così grande importanza culturale che è stato acquisito in circostanze così riprovevoli».
L'Università sta ora prendendo accordi pratici per il ritorno della testa di un Oba, e sta collaborando all'organizzazione di un evento celebrativo per segnare il suo ritorno a casa. Una casa che dovrebbe essere il Museo Edo di Arte dell'Africa Occidentale, promosso da Godwin Obaseki, l'attuale governatore dello Stato di Edo in Nigeria, dove si trovava l'antico regno di Benin. Questo museo moderno farà parte di un polo culturale che comprende altre infrastrutture del patrimonio culturale tra cui il Palazzo dell'Oba.
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