Welfare
Art.18: Confcooperative contro radicali
La centrale bianca contro il segreterio Capezzone: «Non conosce la legge sul socio lavoratore»
Sull’articolo 18, Confcooperative bacchetta Daniele Capezzone, segretario dei radicali italiani. L’esponente “pannelliano” aveva segnalato l’esistenza di una ‘leggina’ – la
142 del 2001 – in base alla quale «le cooperative sarebbero liberissime di praticare la ‘barbarie’ della non reintegrazione».
La centrale di cooperazione risponde con una dura nota. «Nel manifestare la nostra totale disponibilità a fornire all’onorevole Capezzone qualche informazione sul mondo cooperativo, che egli sembrerebbe conoscere in modo un po’ approssimativo, ci preme chiarire quanto segue. La ‘leggina’ 142 in questione è la Legge sul Socio Lavoratore, frutto di anni di confronto tra governi, organizzazioni cooperative e associazioni sindacali. Tutto lo Statuto dei Lavoratori – e dunque anche l’articolo 18 – si applica alle imprese cooperative esattamente come in tutte le altre imprese. Capezzone», prosegue la nota di Confcooperative, «forse confonde la figura del lavoratore dipendente da quella – appunto – del socio lavoratore che è un co-
imprenditore, certo non ‘reintegrabile’ se, di sua spontanea volontà, manifesta il desiderio di sciogliere anche il vincolo associativo».
L’organizzazione presieduta da Luigi Marino conclude che «l’onorevole Capezzone forse farebbe meglio a guardare con un po’ più di attenzione al mondo cooperative, anche in merito al conflitto sull’articolo 18. Potrebbe cosi’ scoprire che Confcooperative da vari anni adotta nei suoi contratti collettivi la forma dell’arbitrato volontario, al fine di risolvere le controversie di lavoro, una soluzione stragiudiziale che ha portato benefici a lavoratori e imprese».
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