Famiglia
Ars Electronica 2004: “Per favore, un mondo migliore in cui vivere”
E' cominciata la 25° edizione del piu' importante festival dedicato alle nuove tecnologie applicate all'arte
LINZ (Austria) – Tra Salisburgo e Vienna, fra la città di Mozart e l’antica capitale dell’impero austro-ungarico, nella città di Linz, da venticinque anni, dal 2 al 7 settembre, si tiene l’Ars Electronica, Festival di Arte, Nuove Teconologie e Società.
Non il solito incontro di smanettoni, di hackers, o di appassionati di informatica, ma il ritrovo annuale di professori, artisti e curiosi che, sulle rive del Danubbio, invadono la città per una settimana, proponendo instalallazioni, organizzano conferenze, discutono del futuro dell’arte, ma anche dell’arte… di vivire.
Dev’essere per questo motivo che, secondo il 13mila votanti che finora hanno scelto il tema delle prossime edizioni, sta vincendo il titolo “Please, a better world to live in” (Per favore, un mondo migliore in cui vivere). Ed è forse per questo che, fra gli oratori del simposio intitolato “Spirit” andato in scena oggi, Geetha Narayanan ha avuto un’accoglienza particolarmente calorosa e un applauso altrettanto significativo.
Geetha Narayanan, fondatrice e direttrice del gruppo Srishti, viene dall’India e si occupa di educazione. Educazione dei minori abbandonati nelle periferie delle città indiane con l’aiuto di architetti, artisti, donne e uomini del luogo, ma senza il sostegno del governo o delle banche. “Questo perché, da un lato non è facile ottenere prestiti o finanziamenti, e dall’altro per una nostra decisione: vogliamo rimanenere indipendenti e vogliamo offrire ciò che possiamo realmente offrire” ci ha detto alla conclusione della conferenza, e ha aggiunto “Per farlo, la prima cosa da fare è dare consapevolezza della realtà che ci circonda. Essere consapevoli, vuol dire per noi, e per i bambini, avere un rapporto sincero con il proprio corpo e con il proprio ambiente”.
Una voce fuori da coro, non solo qui all’Ars Electronica, dove confessa “mi sento un po’ fuori luogo”, e dove a farla da padroni sono i ricercatori universitari con le proprie teorie sul futuro, ma anche in India, dove la maggior parte delle persone che hanno la possibilità, partono per gli Stati Uniti o per l’Inghilterra a studiare. Un fenomeno, questo, conosciuto come “fuga di cervelli” e che in India ha raggiunto livelli oltremodo significativi. “Non ci sono college sufficienti per accogliere tutti coloro che vorrebbero e possono studiare” dice sempre Narayanan ” e tuttavia, le prime generazioni di ‘cervelli’ che sono partite con l’avvento della new economy, oggi, si ritrovano chi con molti soldi – pochi – chi (la maggior parte) con niente nelle mani.. come me. Ma io, a differenza, in questi anni ho lavorato sulla realtà, ho costruito relazioni, vissuto nel mio quartiere e so che per questi motivi lavorerò fino agli ultimi giorni della mia vita, senza preoccuparmi di perdere potere o un lavoro.” Come a dire, un mondo migliore in cui vivere non aspetta, si costruisce oggi, attraverso le relazioni sociali che si è in grado di coltivare.
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