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Arrivata alle ultime battute la legge sui trapianti di organo

La Commissione del Senato ha approvato senza apportare modifiche la nuova normativa nonostante i dubbi sul “silenzo assenso informato”

di Redazione

Senato: la commissione Igiene e Sanità ha approvato, in sede referente, il testo del disegno di legge riguardante le ?Disposizioni in materia di prelievi e di trapianti di organi e di tessuti?, già approvato dalla Camera dei deputati. Il provvedimento passa ora al vaglio dell?aula di palazzo Madama.
Si apre, probabilmente, l?ultimo capitolo della questione trapianti. La commissione Igiene e Sanità del Senato ha infatti approvato senza apportare modifiche il testo licenziato dalla Camera il 2 febbraio. Montecitorio aveva riunito nell?attuale testo i due disegni di legge che erano stati licenziati dal Senato. La commissione ha respinto tutti gli emendamenti che erano stati presentati, il relatore, senatore Ferdinando Di Iorio, aveva altresì invitato a ritirare gli emendamenti in considerazione dell?esigenza prioritaria di giungere a una rapida approvazione della legge. Lo stesso ministro della sanità, Rosy Bindi, aveva del resto auspicato un varo tempestivo del disegno di legge. Dall?approvazione della legge 664/75 sono oltre vent?anni che si mira a una riforma del settore. Nonostante la rapidità del passaggio in Commissione non è detto che la norma abbia davanti a sé un cammino in discesa. Tra i passaggi più difficili ci sarà certamente il cosiddetto ?silenzio-assenso informato?: in base al quale si è considerati donatori salvo l?esistenza di una dichiarazione contraria scritta o la dimostrazione ?certa? che non si era stati raggiunti da adeguate informazioni sull?argomento. Anche la raccolta del consenso è parsa a molti macchinosa. In Commissione questo è stato uno dei punti più dibattuti, con particolare riferimento ai ritardi registrati nell?informazione dell?opinione pubblica e al ruolo che verrebbe ricoperto dai parenti. Un altro punto riguarda l?unificazione di trapianti di organi e tessuti attuata dalla Camera. Ora il provvedimento affronterà il giudizio dell?aula di Palazzo Madama.

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