Mondo
Arrivare preparati al Forum si può. Vi spieghiamo come
Cantiere Italia: le tematiche da portare a Nairobi, «occasione irripetibile per interrogarsi, con i nostri amici africani, sullattuale modello di cooperazione»
L?Italia che partecipa e al Forum Sociale Mondiale di Nairobi è una galassia di sigle, associazioni, enti locali, organizzazioni non governative. Un cantiere che negli ultimi mesi ha intensificato i lavori di preparazione di inziative, workshop e seminari da portare all?evento che si svolgerà in Kenya. Il Forum Sociale Mondiale ha fatto da stimolo a incontri sulla cooperazione internazionale che si sono svolti in Italia, ha fatto nascere coordinamenti inediti fra non profit ed enti locali e stimolato iniziative di educazione allo sviluppo che si terranno anche durante e dopo Nairobi 2007.
Fra gli eventi che anticipano in Italia il Forum, un appuntamento importante è quello degli Stati Generali della solidarietà e della cooperazione, a Roma dal 22 al 24 novembre. «Nairobi 2007 è un?occasione per interrogarsi, insieme alla società civile africana, sull?attuale modello di cooperazione» afferma Raffaella Chiodo, coordinatrice nazionale della campagna Sdebitarsi per la cancellazione del debito e fra gli organizzatori degli Stati Generali. «A Nairobi vorremmo superare alcuni schemi, anche dal punto di vista terminologico, come la definizione di Paesi donatori e beneficiari. In realtà questi ultimi pagano di più per il servizio del debito di quanto ricevano in aiuti». Il tema sarà uno dei punti forti del programma del Forum e «a Nairobi Sdebitarsi parteciperà a un workshop con organizzazioni come Afrodad, la rete di ong africane impegnate sul fronte della cancellazione del debito e Jubilee South, un network di organizzazioni africane, asiatiche e latinoamericane » spiega la Chiodo.
Aiuti alle ong africane Impegnata nella preparazione del Forum è anche l?Associazione delle ong Italiane, che ha scelto però di puntare soprattutto sulla partecipazione della società civile africana. «Abbiamo preferito impegnarci per favorire la presenza a Nairobi dei partner locali delle nostre ong, piuttosto che inviare una grossa delegazione italiana» illustra Cinzia Giudici, vice presidente del coordinamento nazionale.
«Nairobi è una città difficile, anche dal punto di vista logistico, una megalopoli con aree pericolose. Non è possibile arrivare con un sacco a pelo e dormire in un parco, tanto per capirci». Le ong italiane daranno supporto logistico ai rappresentanti delle associazioni africane che verranno al Forum. E non solo. «Ci siamo impegnati anche a dare un aiuto finanziario ai nostri partner africani, in modo che il maggior numero di rappresentanti possa partecipare» aggiunge la Giudici. Nella selezione dei partner l?Associazione ong italiane ha dato la priorità ai gruppi e network di donne. «In Africa sono tra le realtà più attive e propositive con cui collaboriamo», continua la Giudici. «Le donne sono sempre più protagoniste della società civile, i loro gruppi e cooperative non hanno grandi risorse economiche da investire in un viaggio verso Nairobi, anche se avrebbero molto da dire. Stiamo lavorando perché possano far sentire la loro voce».
Profughi ambientali e Kyoto Al Forum di Nairobi parteciperanno associazioni ambientaliste provenienti da tutto il mondo. Dall?Italia Legambiente e Wwf si stanno preparando a scendere nell?arena sociale mondiale con i loro contributi. «A Nairobi saremo i capofila di due workshop, uno dedicato al protocollo di Kyoto, l?altro al problema dei profughi ambientali, persone costrette a emigrare a causa di dissesti ecologici provocati direttamente da attività umane o indirettamente dai cambiamenti climatici» spiega Maurizio Gubbiotti, responsabile del dipartimento internazionale di Legambiente. «Ma stiamo anche preparando un workshop sul commercio in collaborazione con Aiab (Associazione italiane per l?agricoltura biologica), TransFair (Consorzio che certifica l?equosolidale) e l?ong Crocevia» aggiunge Gubbiotti. «Riteniamo che il problema fondamentale dei produttori africani non sia tanto l?accesso ad altri mercati, quanto la possibilità di accedere ai propri mercati locali e regionali». Il dumping e la concorrenza che le multinazionali esercitano in Africa, infatti, ha riempito i supermercati africani di prodotti provenienti dall?Europa, dalla Cina e dai Paesi arabi, danneggiando le produzioni locali.
Comuni toscani in prima linea A fare da coordinamento fra alcune delle associazioni che partecipano al forum è la Tavola della Pace. «Stiamo organizzando la logistica delle presenza delle associazioni italiane a Nairobi 2007 e mettendo in rete le diverse iniziative » spiega Flavio Lotti. «La novità di questa edizione del Forum è la forte partecipazione degli enti locali. Nei mesi scorsi abbiamo selezionato trecento enti fra comuni, province e regioni e abbiamo scoperto che cento hanno all?attivo progetti di cooperazione decentrata con l?Africa. Un?ottantina di questi enti ha aderito alla proposta di costituire un coordinamento degli enti locali per e con l?Africa, nato lo scorso aprile in occasione del convegno Chiamalafrica che si è svolto ad Ancona. Con questi enti stiamo lavorando sia per la preparazione del Forum Sociale Mondiale che per le iniziative di sensibilizzazione sul territorio italiano».
Una delle regioni più attive in Africa è la Toscana. «Attorno a Nairobi 2007 c?è una forte mobilitazione dell?Anci Toscana, che ha creato un coordinamento a cui la regione ha volentieri aderito » spiega Massimo Toschi, assessore alla cooperazione internazionale della regione. «Ci siamo dati un programma di lavoro di avvicinamento attraverso una serie di incontri sui temi che sono più connaturali alla nostra esperienza che vorremmo portare in quella sede nelle forme in cui sarà possibile». Si tratta in particolare del tema dell?acqua, dello sviluppo economico locale, del rafforzamento istituzionale, della pace e della riconciliazione. «Sono argomenti che andremo ad affrontare in incontri periodici, in modo da proporre una linea politica e culturale la più possibile condivisa » spiega Toschi.
Nella sola Toscana ci sono 1300 gruppi che a vari livelli si occupano di cooperazione, e mille hanno all?attivo progetti in Africa. La Regione fa parte di un coordinamento euroafricano di enti locali per il rafforzamento delle istituzioni regionali e municipali in Africa e in Europa, che ha sede a Firenze ed è sostenuto anche dall?Onu. «Tre mesi fa abbiamo organizzato un forum regionale dedicato all?Africa, tanto per dire quanto questo tema sia per noi di straordinario interesse, la nostra speranza è che diventi una grande questione anche per il governo italiano, non solo di umanitarismo e di solidarietà caramellosa ma di grande politica e relazione con un continente che ci è alle porte».
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