Welfare

Arrivano i buoni lavoro

Voucher prepagati per remunerare le occupazioni occasionali accessorie

di Chiara Cantoni

Assumere un’insegnate di ripetizioni per recuperare un debito in matematica, una stiratrice per il periodo estivo mentre moglie e figli sono al mare, o un giardiniere che tagli la siepe, senza ricorrere al lavoro “nero” si può. Il ministero delle politiche sociali ha rilanciato in questi giorni la campagna informativa sui Buoni Lavoro, voucher prepagati per remunerare il «lavoro occasionale accessorio», ossia di quelle prestazioni svolte al di fuori di un normale contratto di lavoro, in modo discontinuo e saltuario. Il periodo estivo ne sarà il banco di prova.

Cosa sono
Già previsti dalla legge Biagi, i buoni lavoro prepagati sono stati sperimentati nel 2008 durante il periodo della vendemmia nel settore agricolo. Il loro utilizzo, poi, è stato esteso ad altri ambiti e categorie di persone. Questo nuovo strumento consente al committente di beneficiare di prestazioni saltuarie e circoscritte nella completa legalità, con copertura assicurativa Inail per eventuali incidenti sul lavoro, senza dover stipulare alcun tipo di contratto; mentre il lavoratore occasionale può integrare le sue entrate grazie a un compenso esente da ogni imposizione fiscale. Il compenso dei buoni lavoro, inoltre, è totalmente cumulabile con i trattamenti pensionistici, i sussidi di disoccupazione o cassaintegrazione (in via sperimentale per il 2009 entro 3mila euro).

Chi può usarli
I committenti dei buoni possono essere Imprese del settore agricolo (per tutte le attività di carattere stagionale e agricolo se il volume di affari del produttore committente non supera i 7mila euro); imprese familiari attive nel commercio, nel turismo e nei servizi (limite economico si 10mila euro per anno fiscale); privati (per lavori domestici occasionali o insegnamento privato e supplementare); per lavori di giardinaggio, pulizia e manutenzione di edifici, strade, parchi e monumenti; enti del non profit ed enti pubblici per prestazioni d’emergenza o di solidarietà, in occasione di manifestazioni sportive, culturali, fieristiche o caritatevoli; per la consegna porta a porta e la vendita ambulante di giornali. È vietato invece l’utilizzo per conto terzi, per gli appalti o la somministrazione. Il buono può essere utilizzato in qualsiasi altro settore produttivo per le seguenti categorie: pensionati, casalinghe, disoccupati, cassaintegrati e studenti tra i 16 e i 25 anni. 

Come funzionano?
I buoni, acquistabili singolarmente o in buoni ‘multipli’ da cinque (non divisibili) hanno un valore di 10 euro ciascuno, che comprende sia la retribuzione che la contribuzione previdenziale e assicurativa. Il valore “netto” in favore del prestatore  è di 7,50 euro per il buono singolo, e di 37,50 euro per il buono multiplo. Dei 10 euro lordi, infatti, 1,3 euro vanno alla Gestione separata dell’Inps (13%), 70 centesimi all’Inail (7%) e 50 centesimi all’Inps come compenso per la gestione del servizio (5%).

Dove si acquistano/Dove si riscuotono
Le modalità di acquisto e di riscossione variano a seconda che si scelgano buoni cartacei o telematici. Nel primo caso, si ritirano presso tutte le direzioni provinciali Inps (anche tramite le associazioni di categoria fornite di delega da parte dei singoli datori di lavoro), previa prenotazione (su www.inps.it è possibile consultare il regolamento e scaricare il modulo di prenotazione via fax). Occorre esibire la ricevuta di pagamento dell’importo relativo effettuato su conto corrente postale 89778229 intestato a «INPS DG LAVORO OCCASIONALE ACC». I committenti, inoltre, devono comunicare codici fiscali, proprio e del lavoratore, luogo e date delle prestazioni. Per richiedere i buoni telematici, invece, occorre accreditarsi sul sito Inps e seguire la procedura indicata.
Il lavoratore può incassare i buoni, correttamente intestati e firmati dal datore di lavoro, presso qualsiasi ufficio postale esibendo un valido documento di riconoscimento.


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