Salute

Arriva la mobilità per gli obiettori

Il Comitato di bioetica licenzia un parere sull'obiezione. Che deve essere "sostenibile", cioè non gravare sui servizi. Per questo si raccomandano reclutamento e mobilità mirate

di Sara De Carli

L’obiezione di coscienza diventa sostenibile. La definisce così il nuovo documento del Comitato nazionale di bioetica, intitolato appunto “Obiezione di coscienza e bioetica”, divulgato ieri.
Il parere del Cnb, redatto da Andrea Nicolussi e Antonio Da Re, è stato approvato col solo voto contrario di Carlo Flamigni. Il Cnb definisce l’obiezione di coscienza come «costituzionalmente fondata» e anzi – novità – vi aggiunge un «con riferimento ai diritti inviolabili dell’uomo». Essa «costituisce un  diritto della persona e un’istituzione democratica necessaria». L’obiezione di coscienza – altra novità – però «va esercitata in modo sostenibile». In particolare «non deve limitare né rendere più gravoso l’esercizio di diritti riconosciuti per legge, né indebolire i vincoli di solidarietà derivanti dalla comune appartenenza al corpo sociale».

Ed ecco quindi le raccomandazioni del Cnb:
1 – là dove viene prevista l’obiezione di coscienza, la legge deve prevedere misure adeguate a garantire l’erogazione dei servizi
2 – l’obiezione di coscienza non deve discriminare né gli obiettori né i non obiettori e quindi non far gravare né sugli uni né sugli altri, in via esclusiva, servizi particolarmente gravosi o poco qualificanti
3 – la predisposizione di un’organizzazione delle mansioni e del reclutamento che può prevedere forme di mobilità del personale e di reclutamento differenziato atti a riequilibrare, sulla base dei posti disponibili, il numero degli obiettori e dei non obiettori.
 

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