Formazione

Arriva il Piano Nazionale Qualità e Merito

Presentato oggi dal ministro Gelmini come la “trasformazione epocale” che migliorerà didattica e apprendimento

di Redazione

 

“Pqm”: questa la sigla del “Piano Nazionale Qualità e Merito” presentato oggi dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. Una “trasformazione epocale” della scuola italiana, come è stata definita nel corso della conferenza stampa da Roger Abravanel, autore del saggio “Meritocrazia” e consulente del ministero, con la quale, spiega la Gelmini, «non si intende penalizzare né gli insegnanti, nè tantomeno gli studenti. Nel nostro Paese è ancora presente un concetto punitivo, sanzionatorio, della valutazione -dice il ministro- noi preferiamo parlare di miglioramento e di un progetto di qualità per la scuola». «Dopo una prima fase di impostazione e approvazione di riforme strutturali in materia di scuola -spiega ancora il ministro – oggi passiamo ad occuparci della qualità e del merito, come fare in modo che migliori la qualità della didattica e quindi quella dell’apprendimento e degli studenti». L’Italia, sottolinea la Gelmini, «è ormai tra i pochi Paesi dove si misura il miglioramento dell’apprendimento degli studenti solo in un rapporto studente-insegnante, in un rapporto interno alla classe». «Servono invece – prosegue la Gemini – criteri oggettivi di misurazione dei progressi fatti dagli studenti e per raggiungere questo obiettivo è importante avvalersi sempre di più di test standard internazionali che sicuramentee saranno di aiuto anche per migliorare i risultati dei test Ocse-Pisa dove oggi l’Italia è in grave difficoltà».

Il Progetto prevede l’estensione dei test oggettivi standard predisposti dall’Invalsi che, nelle intenzioni del ministero, permetteranno di rilevare le carenze di ogni singolo studente e di pianificare azioni mirate per colmare le lacune dimostrate. Le prove saranno somministrate all’inizio dell’anno scolastico proprio per evidenziare la reale preparazione degli studenti e al termine dell’anno saranno ripetute per verificare i miglioramenti ottenuti.

Da settembre, con il nuovo anno scolastico 2010-2011, il Pqm coinvolgerà 1.000 scuole medie e, dal 2011-2012, anche la scuola superiore. Entro il 2013, il 50% delle scuole medie sarà interessato dai test. Dal 2013 in poi, il Piano sarà esteso gradualmente a tutte le scuole medie italiane. Quest’anno i test hanno impegnato 17.600 studenti, verificando le competenze solo per quanto riguarda la matematica. Dall’anno prossimo i ragazzi interessati saranno 50mila e verranno esaminati anche sull’italiano. I docenti coinvolti aumenteranno da 770 a 2mila, assistiti da 200 tutor rispetto ai 68 dell’anno scorso. Dopo il primo anno di sperimentazione del progetto, viene spiegato nella conferenza stampa, il 91% dei dirigenti scolastici ha giudicato il Pqm una metodologia efficace e innovativa. Inoltre, l’84% degli studenti si è detto consapevole di aver migliorato la propria preparazione. «Questo è un passaggio molto importante – afferma il ministro – al quale è chiamato a dare un contributo tutta la scuola italiana, non deve essere una cosa calata dall’alto».

E se dai test emerge che una scuola non funziona? «Andremo a stendere un ranking delle scuole migliori – afferma la Gemini – ma ci occuperemo anche delle scuole in difficoltà, e quelle che non raggiungeranno buoni risultati potranno interrogarsi sul perché di una scarsa resa, basando la propria valutazione sui risultati ottenuti all’inizio dell’anno scolastico con i primi test e confrontando questo esito con il test determinato alla fine dell’anno scolastico. Se non c’è un miglioramento -aggiunge- è evidente che la didattica non funziona e per questo, nel programma qualità e merito, abbiamo introdotto anche un sistema di formazione, aggiornamento e orientamento per gli insegnanti».

Le ragioni di questa svolta meritocratica, vengono spiegate, tra l’altro, con il fatto che la crisi che ha colpito l’economia mondiale ha evidenziato la necessità di un sistema di istruzione in grado di fornire le competenze necessarie per affrontare la competizione internazionale e riprendere la strada della crescita. Per il rilancio dell’Italia, quindi, occorre migliorare la qualità della didattica e questo obiettivo non può esser raggiunto senza l’introduzione di meccanismi e prove di valutazione oggettive elaborate sulla base di parametri standard e internazionali. Si annunciano cambiamenti anche sul fronte dell’università. Sulla scia di quanto recentemente fatto in Germania, è allo studio un sistema per assegnare le borse di studio solo in base al merito, dopo aver sostenuto un test di valutazione che premi i migliori per ogni regione.

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