Welfare

Arriva il fitness mentale

L’Associazione di neuropsicologi Assomensana inaugura il 9 aprile a Monza lo sportello “In-forma-mente”, prima struttura di pubblica utilità contro l’invecchiamento mentale

di Redazione

Per la prima volta in Italia, l’Associazione di neuropsicologi Assomensana, che da anni si occupa della ricerca anti-aging cerebrale e delle sue applicazioni, offre la possibilità a tutti di conoscere e mettere in pratica  le tecniche per migliorare le capacità cognitive e per prevenire l’invecchiamento mentale attraverso In-Forma-Mente, lo sportello aperto a tutti che sarà inaugurato il 9 aprile a Monza, in via Caronni.

Attraverso la ricerca Assomensana ha potuto mettere a punto strategie utili per mantenere allenata la mente e posticipare nel tempo l’eventuale insorgenza di alcune malattie neurodegenerative in vecchiaia (come Alzheimer e demenza senile). L’Associazione ha organizzato numerosi corsi di ginnastica mentale e incontri informativi per divulgare le tecniche messe a punto e sensibilizzare la popolazione ad uno stile di vita sano e attivo. Quest’anno intende realizzare un obiettivo molto importante: offrire a chiunque desideri rallentare l’invecchiamento cerebrale, in particolare alla popolazione di Monza e dei comuni limitrofi, la possibilità di usufruire delle attività dello Sportello, in cui sarà possibile conoscere e mettere in pratica (con l’ausilio di specialisti) le metodologie per sviluppare le facoltà mnemoniche e le abilità mentali, la concentrazione, l’attenzione. Nasce così il primo sportello attivo in Italia sul tema delle prevenzione dell’invecchiamento mentale.

Grazie agli specialisti di Assomensana, che hanno messo a punto tecniche, comportamenti e stili di vita per il “fitness mentale”, le persone potranno mantenere agile, scattante e flessibile il cervello a lungo, scongiurando deficit dell’attenzione, del ragionamento, della concentrazione e della memoria. Per stimolare quest’ultima funzione cognitiva, i neuropsicologi raccomandano soprattutto un numero adeguato di ore di sonno che coadiuva il meccanismo dei ricordi, come precisa il dottor Giuseppe Alfredo Iannoccari, presidente di Assomensana: «Una ricerca condotta dall’Università tedesca di Lubecca (pubblicata sul Journal of Neuroscience) conferma che durante il riposo notturno il cervello è attivo quasi come nella veglia e lavora per selezionare, consolidare e immagazzinare i ricordi che saranno utili in futuro. Il periodo trascorso a dormire è utilizzato dalle strutture cerebrali per riorganizzare la mole di stimoli e informazioni ricevuti durante la giornata ed estrapolare quelli coerenti e convenienti per la propria vita. Infatti, tra i milioni di impulsi quotidiani, il cervello seleziona quelli in linea con il proprio stile di vita, con quello che facciamo e con i nostri hobby, tralasciando gli stimoli meno pertinenti ai nostri interessi. In pratica, è come se le conoscenze pregresse e il nucleo di personalità funzionassero da magnete per un certo tipo di informazioni, trascurando quelle che non hanno le stesse caratteristiche».

 

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