Welfare

Arriva Homelink, l’Airbnb per aiutare i senzatetto

Una web app permette alle amministrazioni comunali di raccogliere dati dettagliati per ogni persona senza fissa dimora, abbinando immediatamente i servizi disponibili più adeguati per ogni persona

di Ottavia Spaggiari

Una sorta di Airbnb per offrire alloggio e servizi ai senzatetto, potrebbe modificare il sistema di assistenza ai senza fissa dimora negli Stati Uniti, almeno secondo il settimanale The Economist.

Si chiama Homelink ed è la piattaforma sviluppata dall’organizzazione non profit americana Community Solutions, che intende offrire una soluzione al complesso e farraginoso percorso burocratico che permette (e spesso ostacola) ai senza tetto di accedere ai servizi di assistenza. Secondo l’Economist infatti, sono proprio le persone che si trovano più in difficoltà a rimanere escluse dai servizi assistenziali, a causa di un processo di assegnazione degli alloggi e dei sussidi che premia chi fa domanda per primo e chi riesce quindi, nei tempi più brevi, a fornire tutta la documentazione necessaria, escludendo spesso i soggetti più fragili.

L’obiettivo di Homelink è proprio rivoluzionare i criteri di assegnazione degli aiuti, raggiungendo anche le fasce più critiche della popolazione, per cui il processo tradizionale di domanda di assistenza rappresenta un ostacolo, offrendo inoltre una tipologia di assistenza personalizzata.

Sviluppata in collaborazione con l’azienda di software Palantir Technologies, grazie al supporto di Cisco, la web app infatti permette alle amministrazioni comunali di raccogliere dati sulle persone singole, inclusa la storia medica, quella personale e professionale e l’eventuale presenza di dipendenze da alcol o stupefacenti. Un algoritmo poi, stabilisce il grado di emergenza per ciascuna persona in attesa di aiuto, segnalando anche quali sono i servizi disponibili immediatamente, così da accelerare gli aiuti e renderli più efficaci. “L’idea è quella di adattare all’assistenza il sistema di priorità dei codici colore, utilizzati al pronto soccorso, aumentando l’efficienza e accelerando il processo. Si tratta di una sorta di Airbnb per senzatetto”, ha spiegato Paul Howard, di Community Solutions.

Il database non permette solo di identificare immediatamente il grado di urgenza richiesto da ogni senza tetto e le strutture e i servizi disponibili più vicini, ma grazie alla condivisione delle informazioni sul database, l’amministrazione comunale è in grado di offrire un servizio strutturato, permettendo ai servizi sociali di capire quali altri uffici e organizzazioni sono già al lavoro su ogni singola persona, evitando così sovrapposizioni e perdite di tempo e spreco di risorse. “L’utilizzo dei dati e l’analisi delle performance sono pratiche tipiche delle aziende private. Il non profit ha preferito le buone intenzioni alle soluzioni misurabili, ma non deve essere necessariamente così.” Ha affermato Rosanne Haggerty, presidente di Community Solutions. “Abbiamo già molte delle risorse che ci servono, dobbiamo solo utilizzarle in modo diverso.” San Francisco ha iniziato a utilizzare Homelink in settembre e altre 10 città negli Stati Uniti lo adotteranno entro la fine del 2015.

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