Cultura

Arriva Anna, il treno verde

Ambientalista iperattiva col pallino dei binari e del volontariato. Mamma felice e politica che non ama compromessi. Ecco l’identikit della donna che porterà avanti le istanze dell’ambiente nel nuovo

di Marco Piazza

Con la politica, Anna Donati, sembrava aver chiuso definitivamente. Quando il sindaco di Bologna, Walter Vitali, appena rieletto estromise la combattiva ?assessora Verde? dalla sua giunta, lei aveva sentito il bisogno di fermarsi un momento. Di tornare a lavorare con gli amici («quelli veri») del Wwf, di tuffarsi anima e corpo nella meravigliosa esperienza della maternità. Poi, la mattina di mercoledì 18 febbraio, squilla il telefono della camera dell?albergo altoatesino dove passa la settimana bianca insieme al piccolo Lorenzo (un anno e mezzo) e al suo compagno. «Pronto, Anna Donati? Sono Ciampi». Così, per telefono, a settecento e passa chilometri di distanza dalle stanze dei bottoni, l?ambientalista ?nemica per la pelle? dell?ex ministro dei Trasporti, Giovanni Prandini, la donna che non ha mai creduto nel mito dell?Alta velocità, viene a sapere di esser stata nominata consigliere di amministrazione delle Fs. «Avevo visto il mio nome sui giornali, insieme a quello degli altri papabili consiglieri, ma non ci credevo. Tanto che avevo lasciato a casa perfino l?agenda». Ma quando la chiama il ministro del Tesoro lei accetta subito: «Gli ho chiesto se dovevo scendere a Roma, ma lui mi ha risposto che bastava un fax d?accettazione. Allora ho mandato il fax e sono uscita per fare una passeggiata. E quando sono tornata, alla reception mi hanno comunicato che avevano chiamato ?un certo Cimoli e un certo Demattè?. Sa la gente di questi posti è lontana dalle cose di Roma». Le telefonate del nuovo presidente e del ?vecchio? amministratore, sono per dirle che sì, la sua presenza a Roma è indispensabile, altrimenti non si può neanche nominare il presidente. Lei prende il primo aereo, partecipa al primo Cda, saluta tutti e torna in montagna. Delle Fs ricomincia a occuparsene il lunedì successivo. Dopo la settimana bianca. Trentotto anni, nata a Faenza da una famiglia cattolica, ma non bigotta, Anna ha da sempre due passioni: l?impegno civile e i trasporti. A quindici anni, nel 1975, fa parte di una comunità cristiana di base in una parrocchia faentina, dove svolge attività di volontariato assistendo anziani. Contemporaneamente frequenta il liceo artistico a Bologna e vive la contestazione del ?77 nel collettivo femminista della sua scuola. «Entrambe queste esperienze sono state fondamentali per la mia vita e mi hanno permesso di vivere in modo pieno e intenso l?impegno sociale». Dopo la maturità si iscrive ad architettura, nell?Università di Firenze. Dalle femministe dell?artistico passa alla Cisl Emilia Romagna. «Mi impegnavo a far entrare nel sindacato temi come la mondializzazione e l?ambiente». All?Università fa tutto, tranne che studiare. E questo è il motivo per cui oggi, nel neonato Cda delle Ferrovie, Anna è l?unica non laureata. «Nel 1982 ho fondato, insieme a un gruppo di amici, le Università verdi. Per dieci anni, negli Atenei di cento città italiane siamo riusciti a organizzare corsi di formazione ecologica. Tutto volontariato, ci mancherebbe. Se facevamo pagare qualcosa per il materiale prodotto era soltanto per rientrare con le spese». Significativo il titolo di un corso da lei tenuto all?Università di Firenze: ?Seminari itineranti a bassa velocità?. La naturale evoluzione di una simile carriera arriva con la creazione, nel 1983, delle prime liste verdi nazionali. Anna Donati è fra i primi 8 portavoce nazionali, insieme al pretore Gianfranco Amendola, a Rosa Filippini, a Massimo Scalia. Nel 1987 si ritrova candidata alla Camera, nel ?suo? seggio di Faenza. E viene eletta. «Allora c?era un legame più diretto con il territorio. Si poteva far politica nel modo che piaceva a me». Alla Camera resterà fino al 1992, sempre alla commissione Trasporti. E negli annali del Parlamento verrà ricordata come la più dura oppositrice del democristiano Prandini. «Quel ministero univa in sé due delle cose che più hanno fatto male alle ferrovie italiane: il sistema degli appalti affidati direttamente, senza gare, e la politica dell?ingigantimento forzoso, in cui si fanno investimenti mastodontici senza preoccuparsi dei problemi delle migliaia di pendolari». E l?Alta velocità fa parte di questi sprechi: «Da sempre la considero inadatta a risolvere i problemi italiani». La penultima puntata della sua carriera politica si svolge a Bologna, alla corte del sindaco Vitali, nell?assessorato dei Trasporti. «Lì ho ricominciato a tessere i rapporti con il Pds. E non è stato semplice. Mi accusavano di essere troppo rigida, di non scendere mai a patti». Risultato: Vitali è rieletto al secondo mandato, Anna Donati non fa più parte della sua squadra. E a Bologna, caso strano, l?Alta velocità sembra passare senza troppi problemi. Così l?ex deputata ed ex assessore torna al suo vecchio amore: l?impegno civile. Al Wwf ritrova i suoi amici e si occupa, tanto per cambiare, delle politiche dei trasporti. Fino alla vacanza in montagna e alla telefonata di Ciampi. Adesso snocciola decisa gli obiettivi della sua nuova missione: «Privilegiare i nodi metropolitani, creare nuovi binari solo per nuove merci, fare estrema attenzione all?impatto ambientale e gestire gli appalti con trasparenza ed efficienza». Alla domanda se tutti questi Verdi al comando, nell?era dell?Ulivo (vedi box a fianco), non segnino la fine del movimento ambientalista, lei risponde: «Col proporzionale noi Verdi avevamo uno slogan, ?né di destra né di sinistra?. Poi abbiamo dovuto scegliere. E abbiamo scelto di andare a sinistra, anche perché la destra ci ascolta ancora troppo poco». Una scelta ragionata, anche se non definitiva. Almeno per Anna Donati, che alla politica del ?compromesso? ancora non si vuole rassegnare.


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