Welfare

Arresto Caruso: le proteste e le reazioni

Le reazioni e le proteste

di Redazione

blitz alla procura di Bologna dei disobbediente E’ durato 20 minuti il blitz in Procura di alcuni appartenenti al Social Forum bolognese per protestare contro l’arresto di Francesco Caruso, portavoce nazionale dei Disobbedienti e di altre 17 persone. ”Noi siamo un movimento del terzo millennio -ha spiegato Gianmarco De Pieri del Bsf- mentre questa inchiesta dimostra che alcune procure sono ancora negli anni ’70. Questa vicenda ci ricorda il caso Calogero. Noi parliamo di democrazia, non abbiamo mai torturato gente, non abbiamo fatto assalti e non siamo ne’ amici di Al Qaeda, ne’ di Bush, ne’ di questo governo. Noi facciamo tutto a volto scoperto”. Mnifestazioni davanti alle carceri Nella tarda mattina e’ prevista una manifestazione di protesta di non global davanti al supercarcere di Trani (Bari) che gia’ ospita, tra gli altri, un gruppo di brigatisti. Nella sezione di massima sorveglianza sono stati infatti rinchiusi molti degli arrestati durante il blitz disposto dalla magistratura di Cosenza manifestazioni davanti ai tribunali I centri sociali del Nord Est si mobilitano per protestare contro gli arresti ordinati dalla Procura di Cosenza. Alle 12,30, davanti al Tribunale di Padova, ci sara’ un sit-in organizzato dal movimento che fa capo a Radio Sherwood, l’emittente radiofonica padovana portavoce dei centri sociali del Nord Est. La manifestazione, come fanno sapere da Radio Sherwood, avra’ carattere pacifico e avra’ lo scopo di protestare contro i 19 arresti scattati questa mattina. Luca Casarini, leader dei centri sociali del Nord Est, questa mattina era intervenuto a Radio Sherwood annunciando “massima mobilitazione per far uscire subito compagni e compagne arrestate dai supercarceri di Trani e Latina”. Nuove iniziative saranno annunciate dallo stesso Casarini che tra un’ora terra’ una conferenza stampa a Napoli assieme ai rappresentanti del movimento del Sud. Don Vitaliano mi autodenuncio Don Vitaliano Della Sala, il sacerdote irpino ‘ribelle’, annuncia che si autodenuncera’ alla Procura della Repubblica di Cosenza dopo l’arresto di Francesco Caruso e degli altri esponenti della Rete del Sud. ”Se Caruso ha commesso reati, ma non e’ cosi’ – spiega il prete – allora sono responsabile anche io visto che faccio parte del movimento”. Il sacerdote denuncia ”una strategia che vuole colpire il movimento, ma noi non siamo le nuove Br”. Don Vitaliano e’ stato il primo ad essere stato avvisato da Gina, la fidanzata di Caruso, verso l’1,45 della scorsa notte, dell’arresto in corso. Insieme con altri esponenti del movimento ha atteso fuori alla questura di Benevento dove Caruso e’ uscito in auto alle 4 ed e’ stato portato via verso il supercarcere di Trani. ”Il primo sentimento – spiega don Vitaliano – e’ di sgomento. A Firenze si era riusciti a costruire una grande manifestazione e un rapporto straordinario sia con le autorita’ cittadine che con le forze dell’ordine. Purtroppo, se non ti colpisce la polizia, ti colpisce la magistratura”. Secondo il sacerdote di Sant’Angelo a Scala (Avellino) ”c’e’ una strategia per colpire il movimento. A Genova hanno usato le forze dell’ordine, qui si usa la magistratura. Siamo tutti coinvolti, anche io faccio parte della Rete No Global del Sud”. Per questo, don Vitaliano annuncia che si autodenuncera’ con una lettera alla Procura di Cosenza. ”Se Caruso e gli altri hanno commesso reati – spiega il sacerdote – allora sono responsabile anche io. Mi sembra ridicolo usare volantini, documenti pubblici diffusi alla stampa e poi agli altri”. Dopo Firenze, aggiunge don Vitaliano, ”non si puo’ dire che il movimento sia violento. Ma qui l’accusa e’ ancora peggiore, si parla di sovversione dell’ordine costituito. E’ un’accusa ideologica ma i No Global non sono le nuove Brigate Rosse”. Casarini, vogliono criminalizzarci Massima mobilitazione del movimento fino a quando “non saranno liberati i compagni e le compagne rinchiusi nei supercarceri di Trani e Latina”. Luca Casarini, leader dei centro sociali del Nord Est, questa mattina ha lanciato – parlando a Radio Sherwood – un messaggio a agli attivisti dei centri sociali del Nord Est commentando con toni aspri gli arresti operati al Sud ordinati dalla Procura di Cosenza. Per Casarini si e’ costruito “un teorema” per “criminalizzare il movimento” “Siamo di fronte – ha detto Casarini – ad un attacco pesante al nostro movimento e agli attivisti piu’ noti come Francesco Caruso, l’unico campano arrestato assieme a compagni e compagne di Cosenza e Taranto e anche siciliani, dato che, come ci risulta, l’operazione sta continuando anche in Sicilia. Casarini ha parlato di “teorema” da parte della magistratura di Cosenza, per criminalizzare l’attivita’ politica dei centri sociali. “E’ evidente – ha aggiunto Casarini – che si tratta di un’operazione politica all’indomani della manifestazione di Firenze e di fronte a una situazione pesantissima al Sud”. Casarini sara’ a Napoli, dove alle 12 i no global terranno una conferenza stampa al centro sociale Ska e dove si parlera’ delle iniziative in tutta Italia a sostegno degli arrestati, tra le quali i presidi davanti alle carceri di Trani e Latina. Agnoletto, vendetta dello Stato “Un’operazione politica che costituisce una vendetta dello Stato per il successo pacifico dell’enorme manifestazione di Firenze”. Vittorio Agnoletto, uno dei punti di riferimento storici del movimento no global, definisce cosi’ gli arresti eseguiti stamane in tutta Italia. Per Agnoletto (che nel pomeriggio partecipera’ al presidio di protesta davanti alla prefettura di Milano, in programma alle 17,30) “i capi di imputazione rivolti contro gli arrestati – cospirazione politica, propaganda sovversiva, associazione sovversiva e istigazione a disobbedire – si rifanno ad articoli del codice fascista, articoli per i quali esistono da tempo in Parlamento diverse proposte di legge per cancellarli. Articoli che prevedono reati di opinione e in base ai quali sarebbe infinito il numero di coloro che potrebbero essere incriminati”. “Per quanto ne sappiamo allo stato attuale – aggiunge Agnoletto – non esiste alcun addebito concreto a carico dei singoli arrestati: siamo di fronte ad un attacco preventivo nella speranza di rinchiudere il movimento nella spirale repressione-violenza-repressione. Noi non cadremo in questo tranello, e gia’ da oggi forniamo risposte unitarie pacifiche. Lanciamo un appello ai rappresentanti del mondo della cultura, del sindacato e della politica che hanno condiviso con noi la magnifica esperianza di Firenze affinche’ si pronuncino contro il tentativo di criminalizzare un settore del movimento. In discussione oggi non e’ il ruolo del movimento, ma i diritti democratici di noi tutti”.


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