Dall’inchiesta sull’ecomostro che doveva essere realizzato nell’ Oasi WWF del Lago di Penne (Pescara) starebbero emergendo, secondo le accuse della magistratura, non solo reati ambientali ma anche gravissimi reati contro la pubblica amministrazione. L’indagine ha portato all’arresto di un progettista e ad oltre dieci persone indagate. La vicenda ha avuto inizio da un esposto presentato dal WWF e da diverse segnalazioni che l’associazione fece pervenire agli inquirenti. In quei giorni del 2008 il cantiere della cosiddetta Mare-Monti entrò, senza alcuna autorizzazione, per centinaia di metri all’interno del perimetro dell’Oasi, riserva naturale regionale. In breve, con un accesso agli atti, l’associazione scoprì che negli elaborati del progetto della strada depositati presso il Comitato per la valutazione di impatto ambientale, il confine della riserva risultava spostato rispetto a quello reale, tanto da far ricadere la strada al di fuori dell’area protetta. Seguì il sequestro da parte della Forestale.
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