A volte succede. Oggi è stato approvato in tempi record dalla Camera dei deputati il Trattato sul commercio delle armi delle Nazioni Unite (Arms Trade Tready) – strumento che norma la vendita di armi e proibisce agli Stati contraenti di commerciare armi con paesi colpiti da embargo o coinvolti in crimini internazionali e contro l’umanità.
A volte si può guardare alle nostre istituzioni e pensare che quando si lavora con fermezza si possono produrre strumenti che portano il nostro ad essere uno dei paesi più attenti alla lotta al commercio illegale di armi. Dopo l’approvazione del Senato, prevista per la prossima settimana, il Trattato entrerà in vigore.
Gli strumenti già ci sono: abbiamo una delle leggi più avanzate al mondo sul commercio delle armi, la legge 185, approvata grazie all’apporto dell’associazionismo e delle sensibilità pacifiste, e da oggi l’Italia sarà tra i primi cinque paesi al mondo che ratificano il Trattato, prima dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 24-26 settembre.
L’Italia ha tutti gli strumenti per essere un paese di pace ma, come scrive Pascuale Pugliese sul suo blog Disarmato, dopo la Russia l’Italia è stata la principale esportatrice europea di armi e sistemi d’arma a beneficio del governo siriano, ma senza dimenticare che lo è stata anche “per la Libia, l’Egitto, la Turchia ed innumerevoli altri Paesi in crisi. Non a caso la multinazionale di Stato che li produce vanta l’ottavo posto al mondo per esportazione di armamenti. E’ il made in Italy che tira. E uccide“. Da oggi non abbiamo più scuse per non essere un paese di pace, abbiamo tutti gli strumenti, ora non ci resta che conoscerli davvero e usarli.
Di seguito link al video della relazione introduttiva – deputata Lia Quartapelle Procopio – per la ratifica e l’esecuzione del Trattato sul commercio delle armi, adottato a New York dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 2 Aprile 2013
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