Volontariato

Armi, spazio e ricerca: Relazione 2005 Aiad

Meno esaustiva delle precedenti, la Relazione 2005 dell'Associazione Industrie per l'Aerospazio, i sistemi e la Difesa conferma la stretta collaborazione fra Istituzioni e industrie difesa

di Giulio Leben

Sempre più stretto il rapporto fra industrie della difesa italiane e i ministeri competenti. Un fatturato di 10.300,00 milioni di euro nel 2004 pari a quello del 2003, e 300 milioni in più rispetto al 2002. Grande attenzione e partecipazione all’interno di organismi internazionali, primi fra tutti NATO e Unione europea, in previsione della futura costituzione dell’European Security Reasearch Advisory Board (entro il 2007), e dell’EDA (European Defense Agency). Sono queste alcune fra le novità e i dati che fornisce la Relazione annuale dell’AIAD (Associazione Industrie per l’Aerospazio, i sistemi e la Difesa) presentata il 30 giugno scorso in occasione dell’Assemblea ordinaria dell’associazione e scaricabile online in allegato. Ma non solo. La Relazione, meno esaustiva su alcuni punti rispetto alle precedenti (26 pagine rispetto alle 39 del 2003, 41 del 2002, 83 del 2001 e 65 del 2001), riserva alcune novità di particolare interesse. “Particolare significato assume” infatti “la definizione di un codice comune di comportamento (Code of Practice) che, sottoscritto su base volontaria dalle aziende nazionali operanti nel settore della difesa, è stato redatto allo scopo di consentire ai 6 Paesi LoI (Letter of Intent, firmata da Italia, Francia, Regno Unito, Svezia, Germania, Spagna, ndr) di valutare l?impatto delle eventuali proposte di ristrutturazione dell?industria per la difesa sulla sicurezza dei loro accordi di fornitura. Il codice sarà sottoposto alla firma delle aziende interessate entro quest?anno (2005).” Così come sono altrettanto interessanti le collaborazioni internzionali in cui l’Associazione si è impegnata nell’ultimo anno, Stati Uniti in testa: “Nel mese di marzo ha avuto luogo a Washington una missione politico-istituzionale in occasione della quale è stata ribadita l?importanza di perseguire fra Italia e USA nuovi corridoi preferenziali per far sì che alla già stretta relazione politica e militare potesse corrispondere una relazione altrettanto forte di tipo industriale. Al fine di favorire pertanto una maggiore collaborazione tra le imprese italiane e quelle statunitensi AIAD e NDIA (l?Associazione Americana delle Industrie perla Difesa), che hanno sottoscritto nell’occasione un Memorandum d’Intesa, si sono impegnate ad organizzare una sessione di incontri business-tobusiness tenutasi poi nel mese di settembre con la partecipazione di 22 imprese italiane e 19 statunitensi per oltre 170 incontri individuali.” Ma oltre agli Stati Uniti altre sono le collaborazioni importanti segnalate dalla relazione: con Malesia, Cile, Repubblica Araba di Egitto, Repubblica popolare cinese, Corea del Sud, Francia e Federazione Russa. Alcuni dei quali, come Malesia, Repubblica cinese, Corea del Sud e Federazione Russa, al centro delle cronache politiche e internazionali per non rispettare né i diritti umani né per essere un partner indiscutibile in ambito militare. A cui proprio la Legge 185/90 (nonché un embargo europeo per quanto riguarda la Cina) vieta la vendita di sistemi d’arma bellici. E proprio sulla Legge 185/90, parzialmente modificata nel 2003, si dice: “L?attività del gruppo di lavoro POLES (Politiche per l?esportazione) ha subito una pausa per tutto l?anno 2004: ciò in attesa della firma e della pubblicazione del nuovo Regolamento di attuazione della legge 185/90. Tale nuovo Regolamento è infatti dettato dall?impatto sulla legge in conseguenza della ratifica ed esecuzione dell?Accordo Quadro, fra le sei Nazioni maggiori produttrici in Europa di materiali per la difesa, relativo alle misure per facilitare la ristrutturazione e le attività dell?industria europea della difesa.”


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