Formazione

ARMI. Rete disarmo: “L’Italia non costruisca gli F-35”

Il gruppo formato da enti della società civile e la campagna Sbilanciamoci! chiedono al governo italiano di fermare l'acquisto e la produzione di 131 cacciabombardieri. Il 30 maggio la manifestazione nazionale

di Daniele Biella

“Stop della partecipazione italiana alla produzione di 131 caccia bombardieri F-35, ci costeranno quasi 15 miliardi di euro”. Con questo monito è partita oggi l’iniziativa promossa dalla Rete italiana per il disarmo e dalla campagna Sbilanciamoci! che chiede al governo di rinunciare alla costruzione degli F-35. I due portavoce della campagna, Massimo Paolicelli di Rete disarmo e Giulio Marcon di Sbilanciamoci!, hanno presentato aoggi alla fondazione Basso di Roma gli obiettivi dell’azione intrapresa.

”Con una velocita’ inusuale e sconvolgente, il Senato prima e la Camera dei deputati poi, hanno dato l’8 aprile 2009 il via libera al governo per l’acquisto di 131 cacciabombardieri Joint Strike Fighter che impegneranno il nostro paese fino al 2026”, ha rimarcato Paolicelli, ”secondo il ministero della Difesa italiano nella struttura industriale si creeranno circa 600 posti di lavoro nella fase di picco, piu’ una spinta occupazionale nelle aziende locali e nazionali quantificata in circa 10mila posti di lavoro. Una cifra esagerata, se si pensa che in Italia l’industria a produzione militare nel 2008 ha dato occupazione a 26.395 persone. E’ piu’ realistica l’ipotesi delle parti sociali che parlano di 200 occupati piu’ altri 800 nell’indotto”.

“Se il nostro Paese investisse la stessa cifra destinata ai Jsf nel settore delle fonti rinnovali, oltre a diminuire la dipendenza dal petrolio e aumentare la qualita’ della nostra vita, creerebbe dai 116mila ai 203mila posti di lavoro”, ha aggiunto Marcon. Rete italiana per il disarmo e Sbilanciamoci! chiedono quindi al governo di non procedere con la firma di un contratto che equivale ad un assegno in bianco. “La somma complessiva di 14 miliardi di euro ‘è molto piu’ di quanto il governo abbia stanziato fin ora per far fronte alla crisi economica o delle risorse impegnate per la ricostruzione in Abruzzo”, riprende Marcon, Con 14 miliardi di euro si possono fare molte altre cose in alternativa. Ad esempio si possono costruire 5mila nuovi asili nido, costruire 8 milioni di pannelli solari, dare a tutti i collaboratori a progetto la stessa indennità di disoccupazione dei lavoratori dipendenti, allargare la cassa integrazione a tutte le piccole imprese”.

Martedì 2 giugno 2009, a Novara, si svolgerà la manifestazione nazionale contro la produzione dei Joint strike fighter, indetta dall’Assemblea permanente No F-35. Molte le organizzazioni della società civile che hanno già aderito alla causa, dai comitati No dal Molin, ai No Tav, al Patto nazionale di solidarietà e mutuo soccorso.


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