Leggi
Armi nucleari, in Commissione Esteri passa una risoluzione per il disarmo globale
«Le dichiarazioni della governance russa hanno mostrato il vero volto della deterrenza nucleare quale strumento di ricatto che pone l’umanità sull’orlo della catastrofe. L’unica via per prevenire il loro uso è la loro eliminazione totale ed esiste oggi uno strumento: il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW)», commenta Daniele Santi, Presidente di Senzatomica
di Redazione
Uno storico risultato a favore dell’impegno dell’Italia per il disarmo nucleare: così Senzatomica e Rete Italiana Pace e Disarmo esprimono soddisfazione per il voto di ieri in Commissione Esteri alla Camera che impegna il Governo ad attivarsi in percorsi concreti di disarmo nucleare e di avvicinamento ai contenuti del Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW). Nella risoluzione si sottolinea come le armi nucleari costituiscano ancora oggi una grave minaccia per l’umanità e sia quindi fondamentale continuare gli sforzi per ridurle, con l’obiettivo della loro definitiva eliminazione.
Con il documento a prima firma Laura Boldrini e sottoscritto dai Deputati Delrio, De Micheli, Fassino, La Marca, Palazzotto, Quartapelle Procopio, Ehm, Migliore, Emiliozzi, il Parlamento fornisce al Governo sollecitazioni chiare e indicazioni realizzabili per perseguire percorsi concreti di disarmo nucleare globale e definitivo. Un testo che non solo richiama in via generale il disarmo nucleare, ma indica al Governo come poterlo realizzare nel quadro del percorso individuato dal Trattato TPNW, scaturito dalla “Iniziativa Umanitaria” della società civile internazionale. Anche se l’Italia finora ha deciso, come tutti gli alleati NATO, di rimanere al di fuori del percorso che sta coinvolgendo decine di Paesi del mondo è importante che ci sia un avvicinamento ai contenuti pratici e concreti proposti dal Trattato e un confronto con tutti gli Stati che stanno mettendo il disarmo nucleare al centro della propria azione politica.
«Finché ci saranno le armi nucleari, ci sarà sempre il rischio che vengano utilizzate», afferma Daniele Santi, Presidente di Senzatomica. «Le dichiarazioni della governance russa relativamente alla guerra in Ucraina hanno mostrato in maniera inequivocabile il vero volto della deterrenza nucleare quale strumento di ricatto che pone l’umanità sull’orlo della catastrofe. L’unica via per prevenire il loro uso è la loro eliminazione totale ed esiste oggi uno strumento: il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (TPNW). Mai come ora è necessario perseguire una politica che punti al disarmo nucleare e alla distensione dei conflitti tra le superpotenze. Al mondo esistono quasi 13mila testate nucleari, 40 delle quali sul territorio italiano. Il TPNW è indispensabile per proteggere la pace dell’umanità nel suo complesso».
Per Lisa Clark, responsabile per il disarmo nucleare di Rete Italiana Pace e Disarmo e coordinatrice di Mayors for Peace in Italia, «solo ricordandoci della nostra umanità e decidendo un percorso serio e concreto di disarmo nucleare globale il mondo potrà smettere di basare un’effimera idea di sicurezza sulla possibilità di distruggere in pochi minuti intere città e milioni di persone».
La Prima Conferenza degli Stati Parti del Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW) si svolgerà a Vienna dal 21 al 23 giugno. La campagna “Italia, ripensaci” sostenuta da Senzatomica e Rete italiana Pace e Disarmo (organizzazioni italiane partner di ICAN la campagna internazionale per la proibizione delle armi nucleari vincitrice del premio Nobel nel 2017) chiede al Governo una decisione in tal senso facendo eco a quanto votato dalla Commissione Esteri della Camera, che impegna l’esecutivo a “considerare, in consultazione con gli Alleati, l'ipotesi di partecipare come «Paese osservatore» alla Prima Riunione degli Stati Parti del Trattato di proibizione delle armi nucleari (TPNW) (…) tenendo conto della partecipazione dei Governi di Paesi NATO, come la Norvegia e la Germania”.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.