Mondo
Armi nucleari al bando: perché l’Italia non aderisce al trattato?
È entrato in vigore il 22 gennaio il Trattato TPNW (Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons) votato all’ONU nel luglio del 2017. Un mese di mobilitazione della campagna "Italia, ripensaci" per chiedere che il nostro paese non sia spettatore passivo
di Redazione
Fino al 9 luglio si moltiplicano in Italia le iniziative di mobilitazione promosse da “Italia, ripensaci” per la richiesta di ratifica del Trattato di proibizione delle armi nucleari TPNW. Un mese intero per comprendere ancora meglio il devastante impatto umanitario delle armi nucleari e per attivarsi a favore del percorso di disarmo nucleare previsto dal Trattato TPNW (Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons) votato all’ONU nel luglio del 2017 ed entrato in vigore il 22 gennaio 2021. Un mese per coinvolgere anche l’Italia e chiedere al Governo che il nostro Paese non resti spettatore passivo rispetto a un processo storico, che ha portato alla prima norma internazionale che mette fuori legge armi di distruzione di massa come quelle nucleari, per cui la International Campaign to Abolish Nuclear Weapons (ICAN) di ricevere il Premio Nobel per la Pace 2017.
La mobilitazione culminerà con tre date altamente significative: il 7 luglio si celebra infatti l’approvazione del TPNW, l’8 luglio ricorre il 25º anniversario del pronunciamento della Corte Internazionale di Giustizia contro le armi nucleari e il 9 luglio viene ricordata la pubblicazione del Manifesto Russell-Einstein, pietra miliare delle iniziative per un disarmo nucleare globale. La campagna “Italia, ripensaci”, partita nel 2016, ha sondato più volte l’opinione pubblica italiana in materia: l’87% degli italiani vuole l’adesione al Trattato TPNW e per il 74% chiede l’eliminazione dal nostro territorio delle testate nucleari statunitensi attualmente presenti.
“Italia ripensaci” sta per inviare a tutti i parlamentari una lettera in cui si evidenziano i termini della questione, chiedendo un riscontro positivo alle proposte della società civile. Al Governo verrà invece inviata la richiesta di partecipazione come “Paese osservatore” alla prima conferenza degli Stati, attualmente 54, che hanno già ratificato questa norma internazionale e che si terrà a Vienna nel gennaio del 2022.
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.