Volontariato

Armi. Martino rassicura: “Niente tagli alla Difesa”

Il ministro della Difesa tranquillizza Finmeccanica: il suo bilancio (equo e solidale, per chi produce armi...) non sarà toccato

di Ettore Colombo

“C’è l’intenzione del governo di ridurre più del 50% il taglio della spesa al Ministero della Difesa”, spiega serafico il ministro della Difesa, Antonio Martino, durante la visita dello stand Finmeccanica all’Air Show di Farnborough, nota e ridente località balneare inglese (ma famosa, per il fronte che ha difeso a spada tratta la legge 185 sul commercio delle armi, in quanto trattasi della stessa dove sono stati firmati gli “accordi di Farnorough” che proprio quella legge volevano aggirare). Aggiungendo, il buon Martino, che “trattasi di notizia delle ultime ore”, il ministro spiega – e rassicura gli animi dei poveri fabbricanti di armi, Finmeccanica in testa, che già temevano di finire sul lastrico, poveretti – che “proporremo un emendamento che dovrebbe andare in Parlamento domani e che dovrebbe ridurre a meno del 50% rispetto al previsto” (1,8 miliardi) il taglio al dicastero, riducendolo invece a 900 milioni. Insomma, fra’ Martino campanaro (di armi) ci ha messo tranquilli: il bilancio della Difesa sarà difeso pugnale tra i denti. Trasferimenti agli enti locali (e cioè sanità, servizi sociali e simili), ma anche spese per le famiglie e welfare locale, invece, possono essere tranquillamente tagliati dal governo, nella sua Finanziaria lacrime e sangue: interessano infatti solo poche milioni di cittadini (anziani, handicappati e altre categorie di sfigati) mentre quelli alla Difesa interessano pochi e pingui industriali degli armamenti. Oltre che la sicurezza del Paese, chiaro. Viva viva il ministro e il suo illuminato governo.


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